Quando l’uomo iniziò a vivere sulla terra, essendo un cacciatore, si cibava di animali, ma non produceva rifiuti, e non era stanziale.

Più tardi nel Neolitico l’uomo coltivò i campi e quindi doveva essere sempre presente in un determinato luogo: a causa di ciò venivano prodotti rifiuti e scarti. Gli uomini nei secoli crearono centri urbani, dove non esisteva alcuna attenzione per i cattivi odori, per gli scarti di produzioni artigianali, ecc.

Solo verso il 1000 D.C. in Europa furono emanate le prime ordinanze amministrative tese a migliorare le condizioni igieniche nelle città. Tra queste ricordiamo quelle che obbligavano a pulire i mercati, i porti, ecc.

Proprio all’inizio del Medioevo nacque un tipo di organizzazione urbanistica fondata anche sulla produzione di rifiuti, che permetteva si scoraggiare l’effettuazione di alcune operazioni in quelle zone prossime alle abitazioni o a strade note.

La situazione igienico-sanitaria in genere delle città fu messa a dura prova dal proliferare delle fabbriche.

Però grazie alle invenzioni del water e dei tubi di ghisa migliorò l’igiene personale, ma non fu sufficiente.

Fu solo nel corso del diciannovesimo secolo che le città, dotandosi di fognature, allontanarono i pericoli di epidemie relative a malattie contagiose. Poi in epoca moderna le città iniziarono ad utilizzare i cassonetti di ferro, ove raccogliere i rifiuti: le antiche abitudini di riciclaggio di oggetti scomparvero.

Molto dopo si fece spazio l’intenzione di scaricare i rifiuti in zone lontane dalle città, pensando ad un ambiente naturale che doveva fungere da pattumiera. Però questo modo di intendere i rifiuti aveva dei limiti: la comparsa di nuovi materiali e di oggetti ingombranti, come la plastica, per esempio. Ciò venne accentuato particolarmente dal famoso boom economico del secolo passato: in tal modo i rifiuti tendevano a concentrarsi nelle città ed aumentavano in proporzione alla crescita economica. Solo di recente nel mondo l’uomo si è ricordato che deve difendere l’ambiente, cercando di reinserire, per quanto possibile, i rifiuti nel ciclo produttivo. Proprio per questo è emersa l’idea della “raccolta differenziata”. Ma tutto ora dipende da noi. Quindi cerchiamo di porre i rifiuti nei cassonetti giusti di vario colore, un colore per la carta, uno per la plastica, uno per l’umido, ecc.

Se vogliamo evitare che il pianeta diventi una grande pattumiera, stiamo attenti!

 

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