A Soccavo, da tempo in condizioni pietose di abbandono, sorge il Colombarium di via Pigna, a testimonianza di quando l’area era abitata in epoca romana. Conosciuto anche con il nome di Colombaio o Colombaro, è un’opera funeraria risalente a un periodo compresi tra la metà del I secolo a.C. e il II secolo d.C. Il suo nome deriva dalla sua somiglianza con le piccionaie, e che ha spinto gli storici ad usare una tale denominazione. Composto interamente di tufo giallo – estratto direttamente dalla collina sita ai Camaldoli – si suddivide in una decina di loculi piccoli e in uno più grande, dove si suppone fosse allocata una statua. In precedenza, secondo gli studiosi, dovevano essere presenti anche tre sarcofagi in muratura che sono andati perduti nel corso del tempo. Una testimonianza visiva della zona, in precedenza, fu realizzata dal pittore Giuseppe Casciaro – famoso per essere stato tra i massimi paesaggisti del secolo scorso – che nell’anno 1886 dipinse il sito in maniera armoniosa, esaltando il paesaggio di campagna dell’area, prima che venisse parzialmente distrutto dai lavori riguardanti l’asse viario e miracolosamente salvato dalla presenza dei piloni della tangenziale. Da tempo, questo lascito del “passato romano” in Campania giace in rovina, in attesa di poter narrare le sue antiche origini e la sua storia.

FONTEgrandenapoli.it
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