Dalla “Spagnola” al “Coronavirus”, i microrganismi  che uccidono

Tutti ricorderanno gli effetti letali della “spagnola”, meglio conosciuta come “la grande influenza o epidemia”. In soli due anni riuscì ad uccidere circa cento milioni di persone in tutto il mondo. Ne furono però infettati circa 500.000.000. In molti paesi addirittura si fecero costruire anche ospedali da campo supplementari, considerato l’enorme numero di contagiati: era quindi un “virus mortale”. Alcuni sostengono che questa influenza “assassina” abbia ucciso più vittime della nota peste nera del secolo XIV°. Tale epidemia influenzale colpì prevalentemente pazienti giovani adulti prima sani.

Tutto si concentrò sull’andamento del sistema immunitario: infatti le forti reazioni immunitarie dei giovani adulti devastarono il corpo sotto questa terribile influenza. Era chiaro che sarebbero scampati ai suoi effetti nefasti solo i bambini e gli anziani, in quanto dotati di un sistema immunitario molto più debole. Naturalmente l’aggressività della “spagnola” fu accentuata dalla malnutrizione e dalla scarsa igiene di quei tempi. Anche gli effetti disastrosi della prima guerra mondiale contribuirono di gran lunga al suo diffondersi: basti pensare al grande ammasso di soldati nelle trincee di mezza Europa, che contribuì molto al diffondersi di questa epidemia.

Fu detta “spagnola” perché erano spagnoli gli unici giornali che riportarono l’esistenza di questa epidemia. Vanamente si pensò che interessasse solo suddetta nazione, peraltro non coinvolta nella prima guerra mondiale. Qualche storico ha sostenuto che abbia avuto origine in America (nel Kansas). Altri invece ritengono che si sviluppò in un campo militare e ospedale di Etaples in Francia. Essa colpì in ben due ondate, di cui la seconda fu più letale in assoluto. Dopo la fine del 1918, cominciò a perdere la sua aggressività. Probabilmente ciò avvenne a seguito del lavoro dei medici che migliorarono la prevenzione e la cura della polmonite che si sviluppava quando le vittime erano state contagiate.

Nel 1920 inoltrato, cominciò ad estinguersi e, da allora, a parte l’immunodeficienza umana che caratterizzò molti anni passati detto HIV, o retrovirus umano, si è arrivati ai nostri giorni. Da circa un mese si sta diffondendo una pericolosa epidemia influenzale, partita dalla Cina, il “Coronavirus”, un insieme di virus che causano malattie che possono andare dal raffreddore usuale a malattie molto più gravi, come la sindrome respiratoria mediorientale e  una sindrome respiratoria acuta grave.

Ma in cosa consiste?

Secondo recenti studi i coronavirus sono una famiglia di virus respiratori che possono sicuramente provocare malattie che vanno da un semplice raffreddore a sindromi respiratorie più gravi. Vengono denominati “coronavirus” in quanto sulla loro superficie sono presenti delle punte a forma di corona. Si riconoscono dai sintomi: febbre, tosse, grandi difficoltà respiratorie. Può arrivare a provocare la morte del malcapitato contagiato perché causa polmonite, insufficienza respiratoria, grave insufficienza renale. In questo momento si sta diffondendo rapidamente ma sono in corso approfonditi studi per creare un vaccino con cui si possa battere questa epidemia. Si può contrarre un po’ dappertutto anche con un semplice contatto delle mani con le maniglie dell’autobus e delle metropolitane, per fare un esempio pratico.

Speriamo che venga scoperto al più presto un vaccino efficace che possa debellare definitivamente l’epidemia.

 

 

Fonte: studi scientifici internazionali O.M.S.

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