Si è sempre parlato di temerarie figure che solcano i mari al maschile. Nelle nostre fantasie il pirata è un uomo barbuto, con la benda all’occhio un piede di legno e un unico al posto della mano oppure un uomo rude e villoso dall’aspetto affascinate… ma sempre un uomo.

Alwilda

Nel passato comunque la navigazione era interdetta alle donne, pensare poi che ci fossero delle piratesse (anche se il suffisso nominale questa volta non ha nessuna connotazione ironica o spregiativa).

Ed invece…  Nel V secolo Alwilda, fu la prima donna pirata di cui abbiamo notizie. Era la figlia del sovrano scandinavo Synardus, che rifiutò il matrimonio con l’uomo a cui era stata promessa, il principe Alf di Danimarca, preferendo salire su una nave vestita da uomo alla volta del Baltico. Molto della storia si intreccia alla leggenda e quindi biografia e invenzione non ci danno la verità scarna e pulita. Lei e alcune sue amiche si vestirono da marinai e presero una nave, durante la navigazione, si imbatterono in una nave pirata dove poco dopo ne divenne la guida.

L’ex principessa, dopo essere diventata il capitano di una flotta di pirati ed aver fatto razzia di numerose imbarcazioni, fu stanata proprio da Alf, che alla fine sposò. In verità, secondo un’altra teoria, Alwilda fu così colpita dal coraggio del principe che rivelò la sua vera identità e accettò di sposarlo, divenendo in seguito regina di Danimarca.

Diue guerriere di famiglia reale (vedi corone)

Secondo il Gesta Danorum, un’opera del XII secolo della Danimarca, Alfhild, figlia del re Geato Synardus, era una Skjaldmö (donna gueriero) che governava una propria flotta di navi vichinghe, con un equipaggio formato da giovani donne pirata, che razziava le coste del Mar Baltico.

Grace O’Malley

Ma non fu l’unica…   Circa dieci secoli nelle acque del Nord Europa ci si poteva imbattere nell’impeto e il coraggio di un’altra piratessa, Grace O’Malley (1530-1603). Natia dell’Irlanda era conosciuta come Granuaile o Gráinne Mhaol, o da tutti meglio conosciuta come “La regina del Mare di Connemara”. Il tutto ebbe inizio secondo la leggenda irlandese, che narra della giovane che volle partire con il padre per un’operazione commerciale in Spagna, ma, quando egli le disse che non poteva venire perché i suoi lunghi capelli si sarebbero impigliati alle corde della nave, lei se ne tagliò buona parte per mettere in imbarazzo il padre e spingerlo a prenderla con sé, guadagnandosi così l’appellativo di “Gráinne Mhaol” (in irlandese Mhaol significa calvo o con pochi capelli).

O’Malley ingaggiò un’attività rivoluzionaria nei confronti della corona inglese essendo rivoluzionaria e braccata dagli inglesi e messa alle strette per l’incarcerazione di tutti i suoi figli, la giovane donna si accordò con Elisabetta I, scegliendo di smettere l’attività che l’aveva resa nota e ricca in cambio di un buon vitalizio. La loro discussione fu condotta in Latino, poiché O’Malley non conosceva l’inglese e la regina Elisabetta non parlava l’irlandese. A Greenwich, la piratessa si rifiutò di inchinarsi per prima di fronte ad Elisabetta poiché non la riconosceva come Regina d’Irlanda, e glielo volle mostrare.

L’incontro tra O’Malley ed Elisabetta

Nonostante l’incontro, O’Malley tornò alla vecchia vita di pirata, perché anche Elisabetta non mantenne le promesse. Molto probabilmente morì nel 1603, a Rockfeet Castle, lo stesso anno di Elisabetta I.

Una leggenda molto diffusa narra di un incidente a Howth, che accadde verosimilmente nel 1576, durante un viaggio per Dublino, O’Malley tentò di fare una visita di cortesia a Howth Castle, casa dell’ottavo Barone di Howth. Tuttavia venne informata che al momento la famiglia era a cena e i cancelli del castello le furono chiusi in faccia. Per ritorsione, fece rapire il figlio ed erede del Barone, che venne rilasciato sotto la promessa di tenere i cancelli sempre aperti ai visitatori inaspettati, e di mettere un posto in più durante ogni pasto. Ancora oggi questo accordo viene mantenuto dalla famiglia dei St.Lawrence, proprietari di Howth Castle.

Ma l’Irlanda ebbe un’altra donna che solcò così tanto i mari da arrivare nelle Americhe… Anne Bonny.

Anne Bonny

Nacque nella contea di Cork, fra il 1697 e il 1705, figlia illegittima di un avvocato, William Cognac, e della sua governante, di nome Mary, o Peg, Brennan. Per evitare possibili scandali la vestì da uomo e la portò con sé nelle Americhe, precisamente nel Sud Carolina, l’uomo raggiunse una buona posizione economica, come mercante e proprietario terriero. La tredicenne Anne viene descritta come un “ragazzaccio”, con i capelli corti rossi, il viso sporco e i vestiti perennemente a brandelli, ed in occasione di un tentativo di violenza carnale da parte di un giovane, reagì rendendolo inabile per un tempo considerevole. A 18 anni, respinse a sediate un pretendente troppo insistente.

Poco dopo di innamorò di un marinaio, James Bonny, che voleva mettere le mani sul patrimonio di famiglia, e il padre la diseredò, la giovine allora lo sposò e per vendetta bruciò la piantagione del padre e fuggì con la nave nelle Bahamas. Qui il marito faceva l’informatore per il governatore Woodes Rogers, accusando di pirateria qualunque uomo non lo pagasse per non farlo così la donna irlandese lo lasciò e andò a vivere con Jennings. In seguito si innamorò di un altro pirata, John Rackham, noto come “Calico Jack“. Divenendo una bucaniera per amore.

Anne Bonny e Mary Read

Poco dopo incontrò la pirata Mary Read, che all’epoca si fingeva uomo. Tra le due donne divennero subito molto amiche provocando la gelosia del marito. Deciso a liberarsi dell’intruso tagliandogli la gola, Calico irruppe nella cabina e scoprì Mary, seminuda, a letto con Anne, scoprendone l’identità. I tre insieme si unirono Anne, Mary e Calico presero il comando di una seconda nave e le loro azioni di pirateria furono innumerevoli, arrivando persino ad assalire una nave in servizio reale.

Fu organizzata una spedizione navale proprio allo scopo di catturarle e durante la loro ultima battaglia, l’intera ciurma fu catturata da un vascello militare. Il processo alle due donne si tenne il 28 novembre 1720 a Santiago de la Vega, in Giamaica. Mary ed Anne, come il resto dei pirati, furono condannate all’impiccagione, ma, poiché entrambe dichiararono di essere incinte, la loro esecuzione venne rinviata (era uso a quell’epoca attendere che una donna incinta condannata a morte partorisse). In realtà solo Mary mise al mondo un bambino, che venne poi adottato, ammalata di febbre morì.

Su Anne Bonny, non ci sono notizie di un suo rilascio, dopo la prigionia, o di un’esecuzione; qualcuno racconta che sia stata rilasciata dietro un riscatto del padre e che abbia iniziato una nuova vita nella pirateria, sotto un’altra identità. Secondo l’Oxford Dictionary of National Biography riporta: «Testimonianze rilasciate da discendenti di Anne Bonny affermano che suo padre la riscattò dalla prigionia e la riportò a Charles Town, South Carolina, dove partorì il secondo figlio di Rackham. Il 21 dicembre 1721 sposò un locale, Joseph Burleigh, a cui diede quindici figli. Morì in South Carolina, come donna rispettata, all’età di ottantadue anni, il 22 aprile 1782».

Tre donne dal forte temperamento, tre donne che hanno scosso la vita di molti uomini, tre donne che hanno solcato i mari a capo di navi e pirati, tre piratesse che sono state tempesta nella vita e sulle acque dei mari e degli oceani.

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