Con questo tempaccio uno dei disturbi più frequenti è il mal di gola. Tipici della stagione invernale egli è causato da virus o da batteri e può essere accompagnato da tosse, raffreddore, febbre o influenza.

Per combatterlo molti ricorderanno come i nostri nonni ci curavano, senza usare mai un antibiotico, la loro soluzione arrivava dalla natura. Soprattutto quando i primissimi sintomi del mal di gola si presentano, è possibile agire immediatamente utilizzando dei rimedi naturali per calmare l’infiammazione, ma è sempre comunque necessario consultare un medico.

Una soluzione semplice e veloce è restare al caldo in caso e metterci sotto le coperte, o come la ‘nonna’ consigliava fare dei suffumigi con menta, buccia d’arancia o di limone cosicché le nostre narici si liberano dal catarro. Infatti una delle cause del mal di gola sono gli sbalzi di temperatura che aumenta l’infiammazione della faringe rendendola acuta o cronica, e si inizia anche con la difficoltà nel deglutire.

Un altro rimedio naturale è prendere un pezzetto di zenzero fresco o candito che placa il dolore, la stessa infiammazione e attenua l’irritazione alla mucosa della gola.

Così dei gargarismi con un cucchiaino di Aceto di mele diluito in un bicchier d’acqua calda favorisce ad allievare l’infiammazione. Ma di prodotti da utilizzare vi è un elenco: la cannella, il limone, la liquirizia, l’olio essenziale di eucalipto, il fieno greco, la salvia, la maggiorana, le classiche e buone caramelle per il mal di gola o gli sciroppi naturali, il propoli e l’echinacea ed infine al pino mugo.

Ma uno dei prodotti che la natura ci regala e sembra essere di grande aiuto è la santoreggia. È una pianta officinale appartenente alla famiglia della Laminaceae delle cui foglie vengono raccolte non soltanto per gli utilizzi culinari, ma appunto per il mal di gola. È possibile preparare un infuso di santoreggia per effettuare dei gargarismi utili a contrastare il mal di gola. Si utilizzano 4 grammi di santoreggia essiccata ogni 100 millilitri d’acqua bollente per stare in infusione per un po’ di tempo. Il liquido deve essere filtrato e lasciato raffreddare prima di essere impiegato per sciacqui o gargarismi.

Di questa pianta si ritrovano richiami nella stori: Linneo ricavò il nome da una antica parola romana la cui radice latina ‘satura’ ovvero sazio in riferimento alle supposte proprietà digestive dei succhi delle piante di questo genere. Un’altra etimologia farebbe derivare il nome da salsa o intingolo per indicare le proprietà aromatizzanti in cucina, mentre il termine di “salato delle erbe” è famoso con Virgilio come un albero eccellente da piantare vicino agli alveari. Infine Plinio parla di “satureia” quale pianta culinaria araba.

Certo, non ci spiace pensare che un buon profumo di questa pianta e il suo sapore possa allietare la gola, non in qualità di spezia, ma per frenare l’infiammazione alla gola.

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