Quarantacinque anni fa, il 9 maggio 1978, Giuseppe Impastato detto Peppinogiornalista, conduttore radiofonico e attivista facente parte di Democrazia Proletaria – veniva ucciso nella sua città natale a Cinisi – in provincia di Palermo – per conto del boss Gaetano Badalamenti. Per molto tempo, le sue denunce tramite Radio Out lo avevano reso un bersaglio portandolo alla morte, che si cercò di far passare per un attacco dinamitardo finito male, nelle vicinanze dei binari della ferrovia Palermo-Trapani. Si dovette attendere il maggio del 1984 affinché l’Ufficio Istruzione del Tribunale di Palermo, sulle indicazioni del defunto Giudice Consigliere Istruttore Rocco Chinnici – a capo del primo pool antimafia, assassinato dieci mesi prima – che fu emessa una sentenza ad opera di Antonino Caponnetto in cui veniva riconosciuta la matrice mafiosa del delitto. Solo nel marzo 2001 la Corte d’assise riconobbe come colpevole materiale della sua morte Vito Palazzolo, condannandolo a trent’anni di reclusione mentre, nell’aprile 2002, Badalamenti venne riconosciuto colpevole in quanto mandante e condannato all’ergastolo.

FONTEpalermo.gds.it
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