Lo storico stabilimento di Scorzè, che allevava visoni allo scopo di trasformarli in pellicce, e situato in provincia di Verona, ha finalmente chiuso i battenti dopo anni passati ad uccidere i poveri animali in camere a gas, per poi gettali come se fossero rifiuti una volta asportata il pregiato pelo.

A permettere di mettere fine a una tale “barbarie” il dilagante pericolo del rischio di diffusione di SARS-CoV-2 e le continue, instancabili pressioni delle associazioni animaliste – che sono riuscite ad utilizzare un drone fornendo immagini agghiaccianti del trattamento riservato alle povere bestie – che ha permesso di far chiudere i battenti a quello che era stato definito un “lager per far soldi”.

Ma tutto ciò è stato possibile anche sensibilizzando l’opinione pubblica, affiggendo decine di manifesti per far conoscere ai cittadini tutte le problematiche etiche e sanitarie legate agli allevamenti di visoni, come pure la potenziale introduzione di un divieto di allevamento di animali indifesi per pellicce.

I prossimi a chiudere sono i sette rimanenti allevamenti presenti nel nostro paese – le cui attività sono state sospese fino a febbraio dal Ministero della Salute – dopo la visione dell’ambiente in cui le povere bestie vivevano rinchiuse, con ferite e comportamenti stereotipati.

Fonte foto: centopercentoanimalisti.mobi

FONTEessereanimali.org; centopercentoanimalisti.mobi;
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