Avvicinandosi idealmente alle coste della Cina potremmo essere colpiti da un particolare piuttosto curioso: centinaia di petroliere ancorate al largo.
Il governo cinese, negli ultimi mesi, infatti, ha fatto incetta di petrolio approfittando del momento in cui prezzi erano negativi (o comunque minimi) per il crollo della domanda causato dal lockdown.
È così che l’equivalente dei tre-quarti del consumo giornaliero di petrolio di tutto il pianeta, si trova oggi al largo della Cina, in un ingorgo senza precedenti.

Nei mesi scorsi, come ricorderete, c’è stato un crollo del prezzo del petrolio dovuto al fatto che, nonostante il consumo fosse drasticamente calato, la produzione era rimasta stabile, portando gradualmente all’esaurimento di tutti gli spazi di stoccaggio dedicati all’oro nero.
Questa situazione era stata risolta, approssimativamente, caricando di petrolio tutte le le petroliere disponibili.
Il risultato ottenuto, però, era stato, oltre a quello di rischiare centinaia di disastri ambientali, anche quello di far salire il prezzo di noleggio delle stesse petroliere alle stelle.
Alla fine non era rimasto altro che vendere il petrolio a prezzi negativi (cioè pagare chi se lo fosse preso), con il risultante fallimento di moltissimi piccoli estrattori.

E così che il governo di Pechino ha deciso di mettere lo zampino nella questione, impadronendosi di cospicue scorte di carburante e salvando il settore dal collasso totale verso cui si avviava.
Nonostante il tredicesimo piano quinquennale (2016 -2020) abbia marcato una importante accelerazione dell’utilizzo di fonti rinnovabili, i consumi di petrolio del paese asiatico sono cresciuti a ritmo sostenuto, anche a causa della diffusione delle automobili.
Questa crescita, che fa storcere il naso a molti ambientalisti, ha comunque un risvolto positivo: la Cina è grande consumatrice di carbone e un passaggio al petrolio potrebbe ridurre parte dell’inquinamento del settore energetico.
Le grandi quantità di petrolio acquistate, per quanto importanti, potrebbero quindi esaurirsi in breve tempo, anche se rimane comunque innegabile il sostegno che, carburante tanto economico, darà alla ripartenza post-Covid del Dragone.

Articolo precedenteRarissima orca bianca avvistata in Alaska
Articolo successivoIl veleno delle api contro le cellule tumorali al seno