La sete di ricchezza.

Il desiderio di possedere sempre di più, in particolare il denaro, che spinge l’essere umano a macchiarsi fino a raggiungere il punto in cui ci si macchia del peccato di avarizia, arrivando a commettere azioni sempre peggiori per soddisfare tale “ingordigia”. Fin troppo spesso, individui affetti da tale “sindrome” si trovano in ambito “affaristico”, impegnati fino allo spasimo ad ottenere i maggiori introiti possibili dai loro affari, legali o meno che siano, per rimpinguare le loro tasche in qualunque modo possibile. Elio Petri, uno dei registi più spiazzanti ed anticonvenzionali del cinema italiano – autore di capolavori come A Ciascuno il Suo / Indagine su Un Cittadino al Di Sopra di Ogni Sospetto / La Classe Operaia Va in Paradiso / Todo Modo – ci mostra, grazie a due attori del calibro di Marcello Mastroianni e Salvo Randone, un ritratto “impietoso” di uno di costoro nel suo film da esordiente cinematografico, L’Assassino.

Alfredo Martelli, un antiquario / ricettatore che ha al suo servizio una manovalanza malavitosa, che riesce a procurargli pezzi che compra per poco, per poi rivenderli come rari pezzi d’epoca a prezzi alquanto esosi, viene messo agli arresti dopo la morte della sua amante – una donna matura che lo finanziava, e alla quale era legato da un rapporto morboso “da mantenuto” – e costretto ad un interrogatorio pesante e brutale. Sbattuto in una cella, Martelli sarà costretto, con il passare delle ore – a dover analizzare tutta la sua vita attraverso una lunga serie di flashback degni di un delirio kafkiano, nel quale emergerà la sua natura di riuscire ad usare gli altri per i suoi scopi, insieme alla sua astuzia e mancanza di scrupoli e, non per ultimo, tutto il suo fascino lucidamente esercitato per portare avanti la sua ascesa sociale, sostenuta da donne che lui ha manipolato e che gli sono devote. Quando giungerà l’alba, e lui sarà rilasciato dopo l’arresto del vero assassino, non sarà facile comprendere se il cammino che seguirà sarà quello di un giusto pronto a fare ammenda dei suoi crimini, o un disonesto pronto a fare il “salto di qualità” e a proseguire la sua scalata nel malaffare fino a raggiungerne i massici vertici e a governarli.

L’Assassino – Un pugno allo stomaco sotto forma di ritratto umano.

FONTEwikipedia.org / sentieriselvaggi.it / nuovocinemalocatelli.com
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