Nella storia umana, i dittatori hanno fatto sempre una brutta fine. Ma quella di Hitler nel suo bunker situato sotto la cancelleria del Reich oggi risulta alquanto incerta, dopo la desecretazione dei file da parte della F.B.I. e della C.I.A. americana.

Sono stanco e accaldato. Mi stendo sul letto e mi addormento; faccio un sogno strano in cui rivivo, aleggiando sugli esseri umani, delle scene tipiche di film o documentari, con simboli nazisti che insistentemente si illuminano e divengono sempre più grandi. Mi sveglio all’improvviso, senza poter spiegare il motivo di questo strano sogno, e ritorno alla realtà di sempre: ma quale realtà?

Probabilmente, in quanto imparentato con alcuni zii di mia madre di origine ebraica, sia per aver seguito le prime cinque puntate su La7 dedicate a Hitler, la risposta potrebbe essere evidente: il sogno è stato influenzato da queste due circostanze. I dittatori non hanno mai avuto vita lunga nella storia umana e sono stati uccisi quasi sempre con incredibile violenza.

Si pensi alla fucilazione di Mussolini, alla condanna a morte di Saddam, all’uccisione di Gheddafi, di Osama Bin Laden, di Caio Giulio Cesare, di Caligola, di Massimino, di Ceasescu; ma l’unico caso rimasto alquanto dubbio è proprio quello di Adolf Hitler, l’autore di un noto libro come il “Mein Kampf”, ovvero “La mia lotta, la mia battaglia”, premonitore del programma politico di colui che diventerà per i tedeschi il “Fuhrer”, cioè “guida, condottiero” non molto diverso dal titolo usato da Mussolini, “Il Duce”.

La fine della seconda guerra mondiale nel maggio 1945 ha mostrato al mondo gli orrori commessi dai nazisti in tutti i territori occupati, il sistematico e programmato sterminio di Ebrei (circa sei milioni), milioni e milioni di soldati morti di tutte le bandiere e un gran numero di civili e partigiani uccisi. Arriviamo all’incredibile numero di sessanta milioni di vittime che non ci sono più, praticamente più del 10% dell’intera popolazione europea di quell’epoca: cinquecento quaranta milioni di abitanti.

Tutto sembrava finito anche razionalmente, tutto sembrava certo, dalla vittoria armata degli alleati da est a ovest, alla scoperta di tutte le atrocità naziste nei famigerati campi di concentramento e di sterminio, alla morte per avvelenamento sia del Fuhrer che della moglie Eva Braun (da lui sposata il 29 aprile 1945), avvenuta ufficialmente nel Bunker di Berlino situato sotto la cancelleria il giorno successivo. A distanza di settant’anni viene fuori un libro, “L’ultimo mistero di Hitler” di Brisard, anche sulla base di file desecretati dall’F.B.I. americana e dalla C.I.A.

Ma vi è di più: da qualche mese sul canale televisivo La7 sono andate in onda già sette puntate, dedicate proprio alla ricostruzione di indizi e prove da cui potrebbe emergere una diversa verità storica secondo cui il 30 aprile 1945 Adolf Hitler non si sarebbe suicidato con Eva Braun nel bunker al centro di Berlino né sarebbero stati cremati i loro corpi. La ricostruzione fatta sul detto canale televisivo parte anch’essa dall’esame dei settecento file desecretati dalla C.I.A e dall’F.B.I. relativi proprio alla “presunta” fine di Hitler. Gli investigatori e storici di fama internazionale hanno visitato molti luoghi in Germania, Spagna, Argentina, Cile, Brasile alla disperata ricerca di prove tangibili, della “prova regina” che potrebbe cambiare la storia finora raccontata, e cioè della fuga dal bunker da parte di Hitler e di altre persone a lui vicine qualche giorno prima del 30 aprile 1945, data della completa disfatta della Germania, prima del ritrovamento da parte delle truppe sovietiche dei corpi carbonizzati ricollegati ufficialmente proprio al Fuhrer e ad Eva Braun, pur nella conoscenza del ritrovamento in loco di una mandibola riferibile a Hitler, secondo una indagine scientifica di quei giorni del 1945.

Nella ricostruzione televisiva vengono interpellate persone, visitati luoghi vari, tra cui vere e proprie fortezze militari, vasche contenenti gli elementi necessari per creare la “bomba atomica”, torri di guardia, numerosissimi bunker sotterranei, talvolta collegati a monasteri, alberghi o ai luoghi più disparati, e sfocianti o nell’oceano Atlantico o in laghi. Sarebbero venute allo scoperto anche le reali intenzioni del dittatore non solo di fuggire, bensì anche di creare un “quarto Reich” in grado di far tremare di nuovo il mondo, i depositi di costruzione di armi letali di massa, come il gas sarin, mitragliatrici; ma, soprattutto, sarebbero evidenti anche convivenze con noti dittatori sudamericani almeno fino agli anni ‘50/’70, come Peron e Pinochet (Franco a parte, per tutto il periodo della 2° guerra mondiale dal 1939 al 1945).

Le investigazioni si sono concentrate in massima parte sui fiancheggiatori di Hitler, come Borman e il capo della ex Gestapo, amico intimo del Fuhrer, per giungere a determinare con esattezza, ricostruendole, tutte le fasi di questa ipotetica fuga dalla Germania e della presunta sopravvivenza dopo l’aprile del 1945 del Fuhrer.

Vorrei solo fare una considerazione: se è vero che non ci hanno detto la verità settant’anni fa, è anche vera una cosa: le intere comunità naziste, sin dal 1931/1934, erano presenti in Argentina, Cile, Brasile, Paraguay, come pare che il Vaticano aiutò e in qualche modo favorì, magari a livello umano, la fuga di noti criminali nazisti da una Germania ormai a brandelli, per non subire la giustizia degli uomini. D’altra parte, perché si dovrebbe escludere la possibilità che Hitler sia scappato, e non sia morto in quel bunker, se già molti anni prima i nazisti andavano e venivano dai paesi sudamericani, muovendo ingenti quantità monetarie mediante banche o altri ignoti canali, presumibilmente provenienti da tutti quei beni sottratti arbitrariamente a quei 6 milioni di Ebrei?

Bisognerà vedere se riusciranno a provare che anche Adolf Hitler sopravvisse alla disfatta del 1945 e, addirittura, la sua intenzione di creare un “quarto Reich” in grado di minacciare da un’unica posizione anche la maggiore forza alleata di quell’epoca: Gli Stati Uniti d’America.

 

Fonte: “L’ultimo mistero di Hitler”.

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