Come è ormai noto, sul nostro Pianeta il clima sta cambiando.
Anni di sfruttamento sfrenato delle risorse della Terra hanno portato alla distruzione degli equilibri che ne mantenevano costanti i fenomeni, accentuando i disastri naturali, e gettato l’Umanità in una sequenza di eventi da cui, oggi, non possiamo prevedere se usciremo mai.
Delle tante possibili campagne per combattere questo cambiamento, una è sempre stata trascurata: quella contro gli allevamenti animali.

Secondo l’International Livestock Research Institute l’allevamento di animali occuperebbe il 45% delle terre emerse e, secondo la FAO, contribuirebbe al 51% delle emissioni di gas serra.
Nonostante questi dati siano continuati a peggiorare per anni, poco è stato fatto per risolvere il problema.
Certo, sono stati ideati gli hamburger vegetariani; ma chi ha mai ipotizzato che potessero davvero sostituire la buona vecchia carne?
È cercando di rispondere a questa domanda, probabilmente, che una serie di startup hanno cominciato a lavorare alla creazione di hamburger che fossero identici a quelli tradizionali, ma senza carne animale.
Da questo tipo di ricerca, sono nate società come Beyond Meat e Impossible Foods, che, usando le tecniche della chimica moderna, producono carne partendo da legumi, patate e barbabietole.

Gli scettici parleranno di stregoneria o di pubblicità fasulla, ma pare proprio che non ci sia differenza tra questi prodotti e ciò che mangiamo normalmente.
Tutto, dal sapore alla consistenza, dal contenuto di nutrienti allo sfrigolio sul fuoco, somiglia alla carne vera, ma nessun animale è stato maltrattato e ucciso nel processo.
Inoltre, secondo i dati della compagnia Beyond Meet è stato economizzato il 99% di acqua ed è stato usato 1/14 del terreno.
La risposta del pubblico negli Stati Uniti è stata favorevole e quasi tutti i grandi supermercati del Paese possono ora contare su uno o più di questi nuovi cibi sugli scaffali.
Certo è che, ad oggi, i prezzi di questi prodotti sono un po’ più alti delle controparti animali, ma, con un mondo che mangia sempre più carne, le nuove terre coltivabili sempre meno numerose e una crisi agricola in arrivo, chissà che il prezzo non andrà poi ad equilibrarsi.

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