È stato il GIP di Firenze a rimettere la questione alla Consulta nell’ambito del procedimento penale su Marco Cappato, Felicetta Maltese e Chiara Lalli.
I tre si autodenunciarono nel dicembre del 2022 per aver aiutato Massimiliano, un giovane toscano di 44 anni malato di sclerosi multipla, a recarsi in Svizzera, dove finì i suoi giorni grazie al suicidio assistito.
Numerosi erano stati gli appelli dell’uomo prima di morire, nei quali spiegava di non poter richiedere il suicidio assistito in Italia perché non dipendente da “trattamenti vitali”, ovvero, una delle quattro condizioni fissate nella nota della sentenza della Corte Costituzionale 242 del 2019 sul caso del DJ Fabo. L’Associazione Coscioni spiega l’articolo 580 del Codice Penale dove viene richiesta la non punibilità di chi agevola il suicidio solo se in presenza di determinate condizioni, ovvero il richiedente deve essere tenuto in vita da trattamenti di sostegno Vitale.

FONTEAnsa.it
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