Alexandre Dumas (padre) era figlio di un generale della Rivlouzione francese, in seguito al fianco di Napoleone: Thomas Alexandre Davy de La Pailleterie. Il generale era mulatto in quanto figlio di un marchese fracese e di uan schiava di Haiti.

Il generale ‘diavolo nero’ così chiamato in battaglia per il coraggio e la caparbietà, ripudiò il figlio che era in disaccordo e gli tolse titolo nobiliare e il cognome. Così Alexandre prese quello della madre; due sono le teorie che Du-Mas significhi ‘della madre’ appunto, oppure da la ‘femme du mas (ovvero la donna della masseria come veniva chiamata).

Negli anni della sua vita da lettarato, una sera mentre satava seduto a teatro dove andava in scena uan commedia del suo amico e collega Alessandro Soumet, che gli sedeva accanto, si accorse che uno spettatore nel pubblico sonnecchiava tranquillo. così Dumas si rivolse all’amico proferendo: “Guarda un po’ i risultati del tuo lavoro!“. Soumet incassò in silenzio, ma la sera dopo andava in scena una commedia di Dumas e i due erano di nuovo insieme.  quando l’alytro autore si accorse che uno spettatore se la dormiva beatamente, si accostò a Dumas e gli disse: “Vedi caro amico, anche le tue commedie fanno venire sonno!“. “No, non confondiamo…, ribattè subito, …questo è sempre lo spettatore di ieri che ancora nons i è svegliato!“.

Dumas era al fianco di Garibaldi nel giorno del suo ingresso a Napoli, quale amico ed amiratore nonchè membro della Massoneria della loggia napoletana “Fede italica”, di cui farà parte. tanto che Dumas fu nominato da Garibaldi “Direttore degli scavi e dei musei“, carica che mantenne per tre anni dal 1861 al 1864, sino a quando, a causa dei malumori dei napoletani, che mal digerivano uno straniero, preferì dimettersi e rientrare a Parigi.

In quegli anni fece sistemare alcune strutture della città, tra quelste l’illuminazione della Crypta Neapolitana, ovvero la grotta di epoca romana che collegava Piedigrotta con Fuorigrotta (oggi sostituita dall’attuale Galleria Quattro Giornate). E la dotò di un sistema di illuminazione con lampade ad olio con ben 64 luminarie. Ma l’ultimo lampione era all’esterno-ingresso su Fuorigrotta, e subito fu notato dalla popolazione come spreco e inutile. Così nacque il modo di dire (oggi proverbio) per indicare una persona che è inutile o fa qualsosa di inutile: “sì comme llurdeme lampione ‘e Forerotte“!

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