”Cari amici vi comunico che mia madre Lucia Bosè è appena venuta a mancare”.

Miguel Bosè, con tali meste parole, ha scelto di annunciare, su Twitter, la morte della madre, che aveva, poco tempo fa, compiuto 89 anni, stroncata dal Coronavirus.

La sua carriera artistica – dopo un lavoro di commessa in una pasticceria a Milano, poco dopo la Guerra – ha inizio sul palco di Miss Italia, dove, alla tenera età di 16 anni, nel 1947, viene incoronata.

Nel 1950 esordisce al cinema con il maestro indiscusso del cinema popolare neorealista, Peppe De Santis, nel film Non C’è Pace tra Gli Ulivi, a cui seguiranno Cronaca di Un Amore e La Signora senza Camelie, di Michelangelo Antonioni.

In seguito, collabora con registi del calibro di Luciano Emmer – Le Ragazze di Piazza di Spagna – Mario Soldati – E l’Amor che Mi Rovina – Giorgio Simonelli – Accadde al Commissariato – Luis Bunuel – Gli Amanti senza Domani.

L’incontro con il grande amore della sua vita, il mitico torero Dominguin, avviene nel 1955 – ad una cena a cui parteciparono Pablo Picasso ed Ernest Hemingway – che sposa l’anno successivo; un’unione burrascosa che, però, porterà alla nascita dei suoi tre figli Miguel, Lucia e Paola.

Dopo il divorzio, riprende la carriera di attrice – lasciata a causa del marito Dominguin – con un film diretto da Pedro Portabella – Nocturno 29, del 1968che gli apre le collaborazioni con registi del calibro dei fratelli Taviani – Sotto Il Segno dello Scorpione – Federico Fellini – Satyricon – Nelo Risi – La Colonna Infame – Liliana Cavani – L’Ospite.

Il ritiro definitivo dalle scene è nel 1987, dopo il film Cronaca di Una Morte Annunciata di Francesco Rosi, quando decide di tramutare un vecchio mulino, ormai in disuso, vicino a Segovia, in un museo degli angeli dedicato alla cosiddetta arte contemporanea.

“Ora è nel migliore dei posti”

 Così i figli Miguel, Lucia e Paola hanno scelto di salutare la loro madre.

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