Generalmente sentiamo parlare di “governance”, ma a questo termine in genere diamo significati vari, talvolta senza cogliere appieno il suo vero significato. Il concetto della “governance”, come è noto, deriva dalle culture anglosassone e statunitense. Esso è l’evoluzione del concetto di “government”, cioè di un tipo di azione di uno Stato centrale con poche possibilità di mediazione delle scelte gestionali – economiche, da parte di terzi.

Ha a che fare con un criterio di efficienza economica. Alla sua base esiste un preciso riferimento agli standard dell’efficienza gestionale e amministrativa, che consentono di comprendere la sua specificità rispetto alla nozione politica classica di government. Insomma la “governance” privilegia le ragioni dell’efficienza economica e amministrativa.

Le decisioni operative hanno un fondamento oggettivo nella capacità di risolvere i problemi con efficacia. È indispensabile alla “governance” il consenso dei diretti interessati, da ottenersi attuando processi di negoziazione diffusa. Nel settore pubblico l’aspetto essenziale della “governance” si concreta nell’affidare la gestione di pratiche amministrative e la regolazione di emergenze sociali ad organizzazioni non elettive, sparse sul territorio, molto più vicine alla realtà da governare ed ai problemi da risolvere.

Da menzionare, nel settore pubblico, è quella parte della programmazione negoziata tipica di paesi democratici ed industrializzati, in cui la cooperazione coattiva fra i diversi soggetti ha portato a grandi risultati a livello regionale e nazionale.

In effetti, le politiche di “governance” nascono dalla constatazione dei limiti che uno Stato incontra quando realizza scelte poco efficaci a lunga scadenza. Allora è necessario utilizzare i criteri predetti, per recuperare maggiore efficienza e produttività in settori in cui ciò non è stato possibile, affidando ad organismi privati o ad una “schiera di specialisti” la gestione di settori particolari e la realizzazione concreta di determinati obiettivi, nell’esclusivo interesse dell’ente pubblico.

In Italia, negli ultimi anni, la “governance” ha trovato uno spazio nei vari strumenti di programmazione negoziata economica regionale e nazionale, come, ad esempio, i patti territoriali.

Essa in effetti tende a fortificare i rapporti fra la P.A. e gli imprenditori.

 

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