Tratto dall’omonimo romanzo di Boris Pasternak che nel 1958 vinse il Nobel per la letteratura quest’opera immensa divenne un film nel 1965: Il dottor Živago (Doctor Zhivago). Diretto da David Leane con un cast di eccezione Omar Sharif, Julie Christie, Geraldine Chaplin, Alec Guinness e Rod Steiger, vinse e fete incetta di premi tra cui cinque Golden Globe e cinque Oscar: migliore sceneggiatura non originale a Robert Bolt, igliore fotografia a Freddie Young, migliore scenografia a John Box, Terence Marsh e Dario Simoni, migliori costumi a Phyllis Dalton e miglior colonna sonora a Maurice Jarre, quest’ultimo vendette centinaia di migliaia di copie e raggiunse la prima posizione nella Billboard. Infine nel 1998 l’American Film Institute l’ha inserito al trentanovesimo posto della classifica dei migliori cento film statunitensi di tutti i tempi.

Il lungometraggio, ovvero 3 ore e venti minuti, ha vinto anche 2 David di Donatello, e racconta la storia del ritrovamento e riconoscimento di una ragazza, la figlia di Zivago. Un medico russo di nobili sentimenti e poeta, che si innamora di Lara, ma che le circostanze faranno divenire sua amante, durante la rivoluzione bolscevica e gli avvenimenti separano i due a più riprese. Zivago muore dopo aver salvato Lara, incinta di lui, dall’imminente persecuzione politica.

Il regista inglese David Lean, autore di classici quali Il ponte sul fiume Kwai e Lawrence d’Arabia, traduce in pellicola un’opera di grande spessore e senza dubbio la trasforma in uno degli eventi cinematografici più importanti di tutti i tempi. Questo film resta indimenticabile da subito e viene consacrato fra le pellicole più famose ed amate che siano mai state realizzate. Oltre ad essere passato alla storia come uno dei maggiori kolossal di Hollywood, con quasi un anno di riprese. A produrla in Italia e non solo Carlo Ponti, per la MGM e costata 11 milioni di dollari, l’opera si è rivelata un successo di pubblico con 110 milioni incassati al botteghino americano e circa 250 milioni di spettatori in tutto il mondo, divenendo il quarto film più visto di sempre negli Stati Uniti (120 milioni di spettatori), ed ancora oggi rimane fra i primi dieci in assoluto. Carlo Ponti propose al regista David Lean di scritturare la moglie Sophia Loren per la parte di Lara, ma il regista rifiutò perché la Loren era troppo anziana, all’epoca aveva 31 anni, per interpretare una giovane di 17-18 anni e scelse Julie Christie che ne aveva 24.

Rispetto al libro di Pasternak, il regista sceglie di ridurre gli aspetti storici e sociali della vicenda per soffermarsi invece sull’amore travagliato fra i due protagonisti e riuscendo a costruire uno sceneggiato decisamente coinvolgente, grazie anche alle magistrali interpretazioni e da una regia impeccabile, efficace soprattutto nelle scene di massa e nelle panoramiche mozzafiato, questo anche grazie all’adattamento dello sceneggiatore Robert Bolt. Mentre l’opera di Pasternak, fu pubblicato per la prima volta in Italia nel 1957 dall’editore Feltrinelli, suscitò una dura reazione da parte della critica di regime, e fu diffuso clandestinamente nell’URSS, gli costò l’espulsione dall’Unione degli scrittori e la forzata rinuncia al Nobel.

Un ‘opera che porta ad un’amara conclusione, ma che invece poi con una nota di una corda di balalaika presagisce alla rinascita, alla vita, al futuro roseo, all’amore grazie alla giovane figlia di Živago.

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