Wenfeng Qian, ricercatore dell’Institute of Genetics and Developmental Biology della Chinese Academy of Sciences, si prepara a pubblicare sul Journal of Genetics and Genomics una sua ricerca. In essa viene mostrata, in una maniera alquanto convincente, che Omicron non si è evoluta dalle varianti Alfa e Delta, ma con un percorso differente, transitando nei topi. In un secondo momento, una volta modificatosi, sarebbe stato “involontariamente” ritrasmesso all’uomo, tornando all’ovile mutato. Nel passaggio, avrebbe subìto un doppio salto di specie nella ‘riserva’ animale, ed acquisito la capacità di legarsi alle cellule dell’organismo ospite, determinando quali e quante specie possono essere infettate.

In pratica, le mutazioni della proteina Spike nella variante Omicron riescono a sovrapporsi in modo significativo con le mutazioni del Sars-CoV-2 in grado di promuovere l’adattamento del virus. Oltre ai roditori, altre specie animali hanno subìto tale trasformazione, come gatti, cani, cervi e visoni. Adesso, bisogna capire come il suo progenitore si possa essere evoluto negli umani tramite un paziente immunocompromesso e non attraverso pazienti con infezione cronica, per riuscire a prevenire future diffusioni di nuove varianti.

FONTEnotizie.virgilio.it
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