È stata la ginnasta 21enne di Francoforte a dare voce a tantissime ragazze che durante un campionato ginnico non si sentono a proprio agio nell’indossare body che prevedono una sgambatura molto importante, specie quelli di ginnastica artistica che a differenza della ritmica, non prevedono nemmeno il gonnellino.

Sarah Voss ha partecipato agli Europei di ginnastica artistica di Basilea indossando una tuta così da coprire le gambe. È stata di sicuro una mossa controcorrente rispetto a tutte le atlete che siamo abituati a vedere ad una gara, ragazze che indossano body con tutte le gambe scoperte. Durante lo svolgimento dell’esercizio, a corpo libero come con l’attrezzo (es: sulla trave, parallele, volteggio), la ginnasta è chiamata ad eseguire movimenti che prevedono una scioltezza elevata, fatta di aperture di gambe e salti pieni di divaricate.

Non sempre questi movimenti, che già di loro generano nelle ginnaste tensione e preoccupazioni per la riuscita, permettono a queste ultime di sentirsi tranquille con il proprio corpo, spesso molte di loro, specie quelle che fanno parte della categoria junior, quindi nel pieno dell’adolescenza, sviluppano sensazioni legate all’imbarazzo nel dover mostrare parti del proprio corpo che non sono come le desiderano, proprio perché in quell’età si attraversa la fase della piena conoscenza di sé stesse e nell’accettazione del proprio corpo che cambia.

È alla luce di questo, che Sarah si è presentata con una tuta che potesse coprire anche le gambe, come segno di rivoluzione e prova lampante che solo così, una ginnasta poco sicura di sé stessa possa sentirsi più serena durante l’esecuzione di una prova ad un campionato.

Anche la Federazione ginnastica italiana si è espressa in merito a questo dibattito, schierandosi dalla parte di queste atlete e appoggiando la teoria basata sul sentirsi bene con il proprio corpo e con quello che si indossa.

Un campionato, specie un Europeo è un momento importante nella vita di una ginnasta, un giorno che ha visto lunghi allenamenti, sacrifici e tanto sudore alla base, motivo per il quale una giovane donna ha il diritto di presentarsi con il costume che più le rende giustizia e che le permette di sentirsi sicura durante la sua esecuzione.

 

Fonte foto: Instagram

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Dott.ssa Marianna Amendola, laureata in Scienze della comunicazione presso l’universita Suororsola Benincasa. Iscritta attualmente al corso magistrale di comunicazione pubblica politica e sociale presso l’università Federico secondo. Insegnante e tecnico societario iscritta all'albo degli istruttori di ginnastica ritmica presso la FGI.