La Polizia di Stato ha dato inizio, in questi giorni, ad un’operazione ad alto impatto dal nome “Safe Driving for Good Transport”, su ordine del Dipartimento della Pubblica Sicurezza, allo scopo di garantire, non solo in Campania, ma anche in Basilicata e Calabria, una viabilità più sicura, in particolare in corrispondenza delle barriere autostradali.

Per gestire tale operazione sono state schierati circa 260 squadre della Polizia stradale, che hanno controllato più di 1.700 individui, mentre i veicoli che sono stati monitorati si aggirano intorno ai 1.600 circa.

Da tempo, a causa del perenne stato di usura di piloni e di una seria opera di manutenzione, le autostrade italiane si stanno trasformando non solo in una trappola mortale, ma anche in luoghi dove la percentuale di morire per un “errore umano” è sempre più facile o per una svista o perché il terreno è in un perenne stato di sdrucciolamento è in aumento.

Uno dei maggiori problemi legati alle autostrade, soprattutto nel nostro paese, è quello del traffico dato che in periodi festivi come ponti o vacanze più o meno lunghe – come quelle pasquali ed estive – si possono formare file che si possono vedere per interi chilometri, e in grado di durare anche ore, mettendo a dura prova non solo la resistenza, ma anche i nervi di conducente e passeggeri, spingendoli ad azioni in grado di provocare incidenti spesso mortali.

A salvaguardare l’incolumità di chi deve viaggiare fuori città sono le norme di transito su autostrade e strade extraurbane principali; ma molto spesso queste vengono o volutamente ignorate o considerate ininfluenti per la corretta viabilità, senza comprendere che esistono allo scopo di tutelare non solo i viaggiatori nei propri mezzi, ma anche chi si prepara ad intraprendere un lungo viaggio.

Le morti in autostrada possono essere evitate, ma per farlo non solo bisogna volerlo; si deve anche far rispettare quelle basilari regole della viabilità che possono salvarci.

 

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