L’equazione del tempo

 

A Napoli c’è l’unico orologio pubblico ad equazione del tempo.

Molti acquistano orologi costosissimi per ottenere la massima precisone. Sono orologi con fasi lunari o con l’equazione del tempo. A Napoli, unico al mondo, ne esiste uno pubblico. L’ orologio principale fu installato per volontà di Ferdinando II di Borbone, sovrano delle due Sicilie, che lo commissionò a completamento del Foro Carolino (l’attuale piazza Dante), splendida opera architettonica del Vanvitelli, costruito per ricordare la munificenza del nonno Carlo di Borbone.

Le Fonti

Secondo l’osservatore Napoletano del 1855 di Francesco Saverio Bruno l’orologio, che era fornito anche di un quadrante illuminato a gas, era stato inaugurato nel 1853; mentre altre fonti fra cui Gino Doria posticipano l’inaugurazione al 1 Aprile del 1858. L’orologio al principio della sua istallazione presentò numerosi problemi per cui fu rifatto e fu anche vandalizzato durante i disordini del 1860. Giulio Genoino ne scrisse una satira dal titolo “Lamiento de lo rilogio dello Mercatiello a chi tene voce ncapitolo ” Nel 1861 fu egregiamente restaurato e fu aggiunto il quadrante piccolo dell’ equazione del tempo.

La storia

Carlo era stato il primo sovrano della dinastia Borbonica del Regno di Napoli, famoso per il suo pensiero illuministico; durante il suo governo riformò e modernizzò il regno dopo i lunghi anni di decadenza del vicereame di Spagna e della dominazione austriaca.
Sulla torre del magnifico edificio semicircolare, adornato da 26 statue che rappresentano le 26 virtù del sovrano, dominano ancora i due antichi orologi: uno grande, per indicare l’ora convenzionale, e sotto di esso uno piccolo, astronomico, con l’equazione del tempo aggiunto nei primi anni dell’ unificazione  che calcola con precisione l’anticipo o il ritardo del mezzogiorno solare.
Quest’ultimo orologio indica un orario elaborato con un calcolo complesso, in base alla posizione effettiva del sole e non alla sua posizione convenzionale, come gli orologi mostrano normalmente. Da notare è che solo quattro volte all’anno la posizione effettiva del sole coincide con la posizione media del sole. Perciò, solo quattro volte all’anno l’orario indicato dai due orologi coincide.

Il mezzogiorno solare

Il ritardo o l’anticipo massimo è di 15 minuti ed è calcolato dall’orologio piccolo. Questo non fa altro che calcolare i minuti di anticipo o di ritardo che il sole raggiunge a mezzogiorno secondo i mesi e le stagioni. La particolarità di quest’orologio è quella di cogliere il momento preciso in cui il sole raggiunge la sua massima altezza dalla terra, lo zenit, tempo che comunemente definiamo “mezzogiorno”. Tale fenomeno non avviene tutti i giorni nello stesso momento, ma dipende dall’inclinazione dell’asse terrestre che a sua volta varia secondo le stagioni.

Napoli – Convitto Nazionale Vittorio Emanuele II : la torre dell’ orologio

L’equazione del tempo

Per spiegarla in modo molto semplice: l’orario che noi vediamo in questo istante sull’orologio potrebbe non essere reale, in quanto la posizione del sole potrebbe avere qualche minuto di anticipo o di ritardo rispetto alla nostra ora solare media. Se a mezzogiorno il sole raggiunge lo zenit (il punto più alto) l’equazione del tempo mi indica con precisione se davvero le ore 12 del mio orologio corrispondono alla reale posizione del sole, oppure quanti minuti di anticipo o ritardo ci sono.

Il ritardo o l’anticipo può variare massimo di 15 minuti quindi, se la lancetta è a sinistra, il sole è in anticipo mentre se a destra è in ritardo. Quando la lancetta è centrale, significa che tempo medio e tempo reale coincidono perfettamente e che le ore 12 del nostro orologio sono realmente le ore 12 del tempo solare. Questo unico e prezioso orologio astronomico si inserisce nel lungo elenco dei beni di interesse storico-artistico e fa parte dei numerosi primati della città di Napoli.

L’orologio è stato restaurato  nel 2008  dopo un attento studio  della  astronoma Daniela Salvatore   grazie ai fondi della fondazione del  Banco di Napoli. Attualmente versa in condizioni precarie e necessiterebbe di un nuovo restauro.

Bibliografia

Vincenzo RacioppiConvitto Nazionale Vittorio Emanuele II -le memorie dell’Istituzione -Artemisa Comunicazione 2007
Gino DoriaLe Strade di Napoli – Riccardo Ricciardi Editori – 1982
Francesco Saverio Bruno L’osservatore di Napoli 1855 – Stampa anastatica di Grimaldi Editore 2006
Romualdo MarroneLe strade di Napoli -Newton perd. 1992

Credenziali fotografiche: Le foto presenti in questo articolo fanno tutte parte dell’ archivio personale dell’autore

Note :

Questo articolo è un rielaborato dello stesso autore già pubblicato sul magazine “Whipart.it”del 7 Gennaio 2024

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