Uno dei simboli storici della Riviera di Chiaia, a Napoli, è finito in mano ai curatori fallimentari: si tratta del Gran Bar Riviera, da sempre luogo di incontro e simbolo della nostra città dovrà, purtroppo, abbassare definitivamente le serrande lasciando senza il benché minimo lavoro la dozzina di dipendenti che lo gestivano.

Dopo otto anni di lenta ed estenuante agonia, iniziata con il crollo di Palazzo Guevara del quattro marzo 2013, che portò ad una chiusura di alcuni mesi per un restyling, e proseguita con gli interminabili lavori della metro, una pesante crisi del commercio che ha finito per affossare il quartiere di Chiaia e, infine il Covid, uno dei luoghi maggiormente simbolici della City cede alla piaga del fallimento.

Con il fallimento dell’attività, il locale è stato dichiarato in vendita, con il Tribunale di Napoli VII Sezione Fallimentare che hanno emanato un “avviso esplorativo” per una richiesta manifestazione di interesse all’acquisizione del bar e del laboratorio di pasticceria.

Al momento, sembra che alcuni importanti imprenditori del settore sembrino essere stati “contattati” allo scopo di rilevare l’attività in funzione del cambio di proprietà, mentre il curatore fallimentare, Matteo de Lise, ha subito dichiarato: “La tutela dei lavoratori è un fattore primario. Nella procedura che è stata avviata stiamo provvedendo ad aprire una manifestazione di interesse”.

Ma non è solo il Covid-19 e la ormai cronica assenza di turisti che dura da ormai più di un anno ad aver prodotto un tale danno; in precedenza vi era l’accumulo di una massiccia somma di debiti dovuti alle diverse gestioni che si sono succedute con il tempo, portando le quote di perdita a circa un milione di euro.

Ma questo non è un caso isolato che colpisce la città: ad essere colpiti vi sono anche Vesi Gourmet, la storica Cantina di Triunfo, il leggendario GoodFellas – locale del Vomero famoso dagli amanti della musica – e il Bar Nilo – il “Caffè del Capello di Maradona” – che ha dovuto annunciare la chiusura per i propri conti in rosso, arrivati a decine di migliaia di euro.

 

Fonte articolo: vesuviolive.it / videoinformazioni.com / ilriformista.it

Fonte foto: dissapore.com

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