Di fronte alle parole del Santo Padre o nell’ascolto di celebrazioni eucaristiche, spesso lasciamo prevalere una sorta di diffidenza, una difficoltà che è, di fatto, mancanza di familiarità col mondo ecclesiastico, che ci porta a non credere vere, attuali certe proposte. Ciò che manca è una verifica quotidiana su certe tematiche, troppo presi come siamo da un mordi e fuggi, da un sapere superficiale senza alcun tipo di approfondimenti. La conoscenza “passiva” non consente di sperimentare, invece, una incredibile contemporaneità, una corrispondenza tra ciò che il Santo Padre riferisce, soprattutto in questi giorni, e la nostra vita. E lo sta ripetendo incessantemente in questi giorni: una necessità di approfondire, rendere piena di senso la nostra vita.

Al termine della preghiera del Regina Caeli, in diretta video dalla Sala della Biblioteca del Palazzo apostolico e senza la partecipazione di fedeli, papa Francesco si è affacciato alla finestra e ha dato la benedizione verso Piazza San Pietro completamente vuota.  “In questo giorno vorrei ricordare con vicinanza e affetto tutti i Paesi colpiti dal coronavirus, alcuni con grandi numeri di contagiati e deceduti. In modo speciale l’Italia, gli Stati Uniti d’America, la Spagna, la Francia, e la lista è lunga. Prego per tutti loro. E non dimenticate che il Papa prega per voi, vi è vicino…Preghiamo per i governanti, gli scienziati, i politici, che cominciano a studiare la via d’uscita, il dopo-pandemia, questo dopo che già è incominciato, perché trovino la strada giusta, sempre in favore della gente, sempre in favore dei popoli”.

Nell’omelia il Papa ha spiegato che “anche oggi, davanti alla prossima, fine di questa pandemia, c’è la stessa opzione: o la nostra scommessa sarà per la vita, per la resurrezione dei popoli, o sarà per il dio denaro, tornare al sepolcro della fame, della schiavitù, delle guerre, delle fabbriche delle armi, dei bambini senza educazione. Lì c’è il sepolcro”. “Il Signore – ha proseguito -, sia nella nostra vita personale, sia nella nostra vita sociale, sempre ci aiuti a scegliere l’annuncio, annuncio che è orizzonte aperto, sempre, ci porti a scegliere il bene della gente, e mai a scendere nel sepolcro del dio denaro”.

“Come sempre, quando non serviamo Dio, il Signore – ha sottolineato Francesco -, serviamo l’altro dio, il denaro. Ricordiamo quello che Gesù ha detto: sono due signori, il Signore Dio e il signore denaro, non si può servire ambedue”.

Questi sono solo alcuni stralci di discorsi che, se uno segue e ascolta attentamente, hanno una quotidianità straordinarie. Corruzione, idolatria, tangenti, denaro… cosa c’è di più attuale di questo. Duemila anni fa ed ora: una vicinanza incredibile, un attimo. Il mondo che non cambia, l’uomo che non cambia. Oggi come allora la questione è sempre la stessa: il problema sono io con il mio desiderio, con le mie attese, con le mie domande. Aderire o tradire. Essere indifferente, superficiale o accettare una sfida, una proposta.

“E per uscire da questa evidenza, da questa realtà (della resurrezione di Gesù) – ha continuato il papa -, i sacerdoti, i dottori della legge, hanno scelto l’altra strada, quella che gli offriva il dio denaro, e hanno pagato: hanno pagato il silenzio, il silenzio dei testimoni. Questo, cari fratelli e sorelle, non è una tangente, questa è corruzione pura, corruzione allo stato puro. Se tu non confessi, non riconosci il vero, il giusto, pensa perché e dove c’è il sigillo del tuo sepolcro, dove c’è la corruzione. E’ vero che tanta gente non confessa Gesù perché non lo conosce – ha ammesso -, perché noi non l’abbiamo annunciato con coerenza, e questa è colpa nostra. Ma quando davanti alle evidenze si prende questa strada – ha concluso Francesco – è la strada del diavolo, la strada della corruzione. Si paga e stai zitto”.

A testimoniare la verità, la bellezza è richiamato chi l’ha vista, chi l’ha sentita e vissuta. La testimonianza, cioè il vivere personalmente secondo questa morale, è ciò a cui è richiamato ciascuno di noi.

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