Un Bestiario è una raccolta medievale di testi illustrati in cui si descrivono animali, ed ebbe molta diffusione nel XIII-XIV secolo, soprattutto tra Francia e Inghilterra.

Esso raccoglie brevi descrizioni di animali accompagnate da spiegazioni di natura morale e allegorica e spesso anche riferimenti alla Bibbia. Le descrizioni degli animali realmente esistenti o esistiti, sono dettagliate tanto che le stesse creature immaginarie nate dal folclore popolare, come gli unicorni, i draghi, i satiri o altri esseri mitologici sono sembrati per anni e secoli reali e esistiti per davvero.

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Queste creature vengono associate con disinvoltura, e senza alcuna separazione, alle descrizioni di animali comuni o esotici.

Altri testi, simili ai bestiari ma di diversi argomenti sono i lapidari, che descrivono minerali e rocce, e gli erbari che trattano delle erbe medicinali. Tra i bestiari più famosi vi sono il Bestiario di Aberdeen, Il Bestiario di Ashmole, il Fisiologo (Physiologus) e il Liber Monstrorum de Diversis Generibus.

Al suo interno vi sono anche le illustrazioni che mostrano l’aspetto della bestia, ovviamente anche qui si nota un’anatomia particolarmente fantasiosa, anche nel caso di animali veri.

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Tra questi vi era: il Basilisco, il re dei serpenti. Il basilisco poteva avvelenare con il soffio o pietrificare con lo sguardo, ed era la creatura più pericolosa in assoluto. Secondo Isidoro de Sevilla il serpente ha una macchia bianca sulla testa, come un diadema. Per Beda il venerabile, nasce da un uovo deposto da un gallo anziano, covato da un serpente o da un rospo per nove anni. Teme solo due nemici: le donnole, che muoiono dopo averlo azzannato alla gola, e i galli, il cui canto gli è letale. L’altro modo per annullarlo e farlo specchiare e guardandosi si pietrifica da sé.

Secondo Plinio il Vecchio e Solino la bestia sarebbe lungo meno di venti centimetri e nonostante questo sarebbe la creatura più mortale in assoluto. È infatti velenosissimo e in grado di uccidere con il solo sguardo che pietrifica o incenerisce. Vivrebbe nel deserto da lui stesso creato, perché ha la capacità di seccare gli arbusti oltre che con il contatto, con il solo sguardo. Anche il poeta Lucano racconta che un cavaliere che colpì il basilisco fu ucciso insieme al cavallo dal veleno che si infiltrò attraverso la lancia.

Infine, per quanto rientra nei serpenti il suo corpo è un incrocio tra un serpente e un gallo.

L’altra bestia è il Parandrus, il cervo camaleonte.

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Questo mostro originario del continente africano è un animale fantastico dell’Etiopia. Secondo Brunetto Latini ha le dimensioni di un bue, le zampe di uno stambecco, le corna ramificate di un cervo, il colore e il mantello peloso di un orso. La sua caratteristica più sorprendente è il mimetismo: secondo i bestiari, quando si sente minacciato il Parandrus può cambiare colore, assimilando le tinte dell’ambiente che lo circonda. Una sorta di camaleonte gigante, insomma, abilissimo a camuffarsi. Di questa sua strana caratteristica aveva già scritto Eliano: il Parandrus “riflette il colore di tutti gli alberi, dei cespugli, dei fiori o dei luoghi in cui si trova immerso punto per questo motivo lo si cattura solo molto raramente“.

È descritto come un animale estremamente raro trovato tra gli Sciti o Geloni.

Infine, Iaculo il serpente giavellotto.

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Questo è un rettile dall’aspetto e dalle abitudini decisamente singolari. Caccia le sue prede appostandosi su un albero e aspettando con pazienza il loro passaggio. A questo punto si lancia come una freccia, trapassandola da parte a parte e uccidendole sul colpo. In diverse occasioni lo iaculo è stato confuso con un altro rettile mitologico, l’anfittero, altro rettile mitologico, da cui differisce essendo più piccolo e senza ali.

Li iaculi assaliscono li uccelli in su li arbori… onde son detti ‛ iaculi ‘, cioè, lancianti (Ottimo).

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Quest’ultimo rettile che si nasconde per trafiggere la preda, violenze e irriverenza. Il cervo camaleonte che si mimetizza e riesce a scamparla ed infine, il temuto re dei serpenti che pietrifica solo con lo sguardo, non possono che essere sinonimi e o metafore delle emozioni e delle caratteristiche degli uomini… persi.

FONTEwikipedia; medioevomisterioso; wikipediacommons; storiamito.it; romagnamare.altervista.org; unmondoaccanto.blogfree.net;
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