Secondo un rapporto, rilasciato prima dell’inizio del nuovo conflitto israelo-palestinese dall’organizzazione non governativa Human Rights Watch, Israele starebbe commettendo crimini contro l’Umanità nelle aree occupate della Palestina.
Nel lungo testo, gli attivisti testimoniano come, secondo le informazioni che provengono dal Paese, le forze di sicurezza e il governo dello Stato Ebraico siano arrivati a superare la linea rossa definita dalla Convenzione sull’Apartheid (“atti inumani commessi allo scopo di stabilire e mantenere il dominio di un gruppo razziale su un altro, opprimendolo sistematicamente”) e dallo Statuto di Roma della Corte Internazionale dell’Aja (“atti inumani, … commessi nel contesto di un regime istituzionalizzato, di sistematica oppressione e dominazione da parte di un gruppo razziale su un altro/altri e compiuti con l’intenzione di perpetuare tale regime”).

Fin dalla creazione dello Stato di Israele, continui conflitti hanno segnato la Palestina.
Già nel 1948, un gruppo nutrito di intellettuali ebrei (tra cui Albert Einstein e la filosofa Hannah Arendt), criticava le frange più estremiste e violente del movimento sionista, che sono ora al governo riunite nel partito Likud.
Un sistema giudiziario fortemente iniquo e una continua spinta da parte di estremisti israeliani per la colonizzazione dei territori rimasti ai non ebrei sono da considerarsi, secondo vari attivisti, una delle cause principali dei violenti e continui contrasti tra i due gruppi sociali che condividono il territorio.

Purtroppo il lavoro di Human Rights Watch è stato quasi totalmente ignorato dalle autorità internazionali la cui attenzione si è concentrata sulla questione solo con l’inizio degli scontri armati.
Le parole degli attivisti hanno trovato conferma, venerdì scorso, nelle azioni delle forze armate israeliane. Queste, nell’ambito degli scontri seguiti allo sfratto ingiustificato di numerose famiglie palestinesi, hanno lanciato un assalto contro la moschea di Al Aqsa di Gerusalemme (uno dei luoghi più sacri per i musulmani, confrontabile probabilmente con la Basilica di San Pietro per i cristiani), che ha lasciato sul campo centinaia di feriti: è da ricordare che secondo lo Statuto di Roma l’attacco verso luoghi di culto costituisce un crimine di guerra.

Gli scontri continuano tuttora, con lanci di missili da parte dei miliziani di Hamas e durissime risposte dell’aeronautica israeliana, che non ha esitato ad abbattere interi palazzi residenziali, per colpire i propri avversari.
Si attende che il Governo italiano dia il giusto peso alla questione così come il resto della comunità internazionale. Alcuni esponenti politici italiani di primo piano hanno però preso parte a manifestazioni di aperto sostegno verso una sola delle due parti coinvolte, quella israeliana.

FONTEFonte: ilfattoquotidiano.it, haaretz.com, hrw.org
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