L’agenzia di ricerca spaziale del governo brasiliano, INPE, tramite immagini satellitari, ha rilevato che il mese scorso vi sono stati 2.248 incendi nella foresta pluviale amazzonica, con un aumento esponenziale del 20% rispetto ai circa 1.880 incendi dello stesso mese del 2019.

Ad essere maggiormente colpito da tale disastro è il Brasile, per via della recente stagione secca, che sta facendo peggiorare la già drammatica situazione legata al disboscamento perpetuato dagli allevatori e dai land grabber, il cui scopo è liberare la terra per l’agricoltura industriale.

Il pericolo maggiore è che gli incendi possano aumentare, inghiottendo vaste aree forestali, fino ad arrivare a 75 al giorno, portando un aumento della deforestazione del 34%, mettendo in pericolo il mancato assorbimento di circa 2 miliardi di tonnellate di anidride carbonica prodotta dai combustibili fossili, un procedimento necessario a mitigare la crescente crisi climatica.

A vantare il triste primato di deforestazione, con l’84,56% di terreno devastato, sono gli stati di Pará, Mato Grosso, Amazonas e Rondônia; a seguire in questo triste primato gli stati di San Paolo, Paraná, Santa Catarina, Rio de Janeiro ed Espírito Santo con 72,4 milioni di ettari persi.

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