Villa Montournel

Dell’ antica e prestigiosa villa posta sull’ antica via Confalone che dalla Strada della Salute “mena” al villaggio dell’ Arenella, dove nel 700 era ubicata anche la celebre osteria di Confalone sono rimaste ben poche vestigia.

La villa  era situata  in una posizione invidiabile con una vista sul mare   da dove si dominava tutta la città ed era  circondata da ameni giardini e querce di alto fusto. Degli antichi   splendori dei giardini che furono lottizzati  negli anni 50 è rimasto ben poco.

Stemma di un’ aquila bicefala con scudo con leone rampante  incisi sullo scalone d’ingresso della villa

Snaturamento della  struttura

Il fabbricato attraverso i vari secoli di esistenza ha subito numerosi rimaneggiamenti. Un improprio ampliamento effettuato negli anni 60/70 del secolo scorso  ha travisato  completamente  la sua  forma originale di  castello,  con torri quadre e merlate che sono ora  inglobate in un’ unica struttura,  per ampliare la cubatura della casa di cura facendole assumere la forma di un palazzone.

L’edificio già dal dopoguerra era stato trasformato in casa di cura   col nome di Villa delle querce. La struttura sanitaria privata è attualmente operante. Dello splendore degli antichi giardini e delle querce secolari è rimasto ben poco. Si sono  salvate solo le parti più vicine alla villa infatti sono ancora sono presenti  delle querce (molto ridimensionate per paura di crolli di rami) e alcuni palmizi di alto fusto che fanno immaginare  lo splendore  di quel giardino.

Cappellina nel complesso della villa che richiama l’originale architettura della stessa

La guardiania  e le rimesse per  le carrozze sul vialone d’ingresso   affacciano sull’ attuale piazza Canneto e sono scampate alla cementificazione ma non hanno nessun pregio architettonico.

Il lungo viale d’ingresso

Ricordi d’Infanzia

Negli  anni 60 gli scugnizzi della zona andavano spesso a giocare a pallone nel rimanente  giardino della villa. Il loro chiasso disturbava il riposo dei pazienti della casa di cura. Ecco spuntare dai cespugli un omone di nome “Milione” che era il factotum della clinica che urlando  come un orco e armato di vanga o rastrello, istigato dalle “Cape di pezza“, le religiose che facevano servizio infermieristico  nella clinica, inseguiva e mai raggiungeva  quell’ allegra brigata, fino alla bottega del carbonaio  che era situata all’ ingresso del vialone della villa.

Villa presente nella pianta “Schiavoni” di fine 800

Nelle mappe della città

Il fabbricato e il grande  giardino era già presente nella settecentesca mappa del Duca di Noja.  La villa ha origini precedenti e derivanti dai nobili possessori di quei fondi fra il viceregno e regno di  Napoli. La struttura e il giardino risultano inalterate sia nella pianta  di Luigi Marchese  del 1804 che   nella pianta Schiavoni e  nella Pianta dell’ UTC del 1880 ed è ancora integro nella fotografia aerea del IGM dell’ agosto 1943.

Quel che resta della villa  e dell’ immenso giardino prima della cementificazione avvenuto dagli anni 50/70

La famiglia Confalone

Tutti i terreni nella zona appartenevano alla nobile famiglia dei  Confalone. Nel 1689 Don Michelangelo Confalone prese per moglie Maria del Pezzo dei principi di San Pio.  Probabilmente l’origine della villa e del giardino risale proprio a quel periodo in quanto sullo scalone della costruzione sono incisi due stemmi marmorei rappresentanti un’ aquila bicefala (simbolo della famiglia del Pezzo) con uno scudo su cui è presente un leone rampante (simbolo della famiglia Confalone). La villa e il parco furono costruiti sicuramente su un precedente casino rurale. Dalla Mappa Catastale si evince lo smembramento di  gran parte del parco e del giardino di villa Montournel.

Il Principe Canneto

La proprietà rimase nella disponibilità della famiglia Confalone fino al 1880.  Dopo il matrimonio di Vincenzo Paolo Confalone  con Immacolata Gironda dei principi di Canneto, questa trasmise al marito  il titolo di principe. Il nuovo principe di Canneto aveva intuito che l’espansione  urbanistica della città avveniva verso la collina  e lottizzò i suoi terreni  vendendoli a società e a privati arricchendosi smisuratamente e costruendo nel 1912 il palazzo Canneto nell’ omonima piazza. Questa frenetica e lucrosa  lottizzazione, coinvolse anche gli  altri fondi contigui  di proprietà di altre nobili famiglie. Ciò portò alla scomparsa delle più belle ville suburbane del 700/800 come villa Donzelli, Villa Paradiso, Villa Montemayor-Jovene , villa Poggio dei Mari e del Conte della Cerra e privando  altre ville,come la  Visocchi, dei loro  splendidi contorni.

 

Foto dall’ archivio dell’ autore

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