A seguito dell’incidente che ha visto coinvolti tre treni della Linea 1 della Metropolitana di Napoli, per lo scontro avvenuto lo scorso 14 gennaio, alle ore 7 circa, nella stazione di Piscinola, i treni coprono la sola tratta Colli Aminei-Garibaldi e viceversa, mentre restano chiuse le stazioni di Piscinola, Chiaiano e Frullone a causa del sequestro predisposto dalla Procura di Napoli su una parte dei binari.

Lo scontro è avvenuto fra un treno che dal deposito si stava immettendo sul binario 1 e che si è scontrato con un altro treno che stava per entrare in stazione sullo stesso binario. L’incidente ha coinvolto e fatto saltare tre porte di un terzo treno, con passeggeri a bordo, che era appena partito dal binario 2 della stazione di Piscinola.
I cittadini della zona Nord di Napoli e dei comuni limitrofi stanno subendo enormi disagi nonostante l’istituzione della linea bus 665 sostituiva che copre la tratta Chiaiano-Piscinola-Frullone. E ciò in quanto il traffico intenso di via Toscanella trasforma il viaggio in una vera e propria odissea.

Vale precisare che il traffico è intensificato non solo perché chi prima parcheggiava a Chiaiano (pagando 1,5 € al giorno) ora si dirige al parcheggio dei colli Aminei (pagando 2 € per le​ prime 4 ore di sosta e 50 centesimi per ogni ora o frazione successiva), ma anche perché via Marco Rocco di Torrepadula è chiusa a causa di dissesti idrogeologici.
Proprio per tali disagi, sabato 25 gennaio, alle ore 10, gli abitanti della periferia Nord di Napoli si sono riuniti davanti alla stazione di Chiaiano​ (crocevia​ per i pendolari dei Comuni limitrofi) per protestare contro la limitazione della tratta della Linea 1 della Metropolitana con un flash mob che ha portato anche al blocco del traffico.

La protesta dà voce soprattutto agli studenti e ai lavoratori che hanno pagato un abbonamento annuale, ormai esasperati e che chiedono la riapertura della tratta.

Purtroppo, la Procura di Napoli (che indaga su disastro ferroviario e lesioni colpose) ha disposto degli accertamenti irripetibili sui freni e sui sistemi di sicurezza dei convogli, che rendono ancora necessario il sequestro di una parte dei binari.

Intanto, è stato sospeso dallo stipendio e dal servizio uno dei macchinisti iscritto nel registro degli indagati.

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