Negli anni ’60 i giovani inneggiavano alla pace, alla musica, alla cultura e disdegnavano tutti coloro che avevano fatto del denaro e del potere i loro “idoli”. Un noto complesso musicale di quell’epoca, i “Rockes” cantava varie canzoni, una, in particolare, attraeva anche per il messaggio che diffondeva, cioè “il denaro e il potere sono trappole mortali che per tanto e tanto tempo hanno funzionato…”. infatti parecchie persone sono cadute in questa trappola, e, tra loro, alcuni attori ed attrici di fama internazionale. Questi artisti raggiunsero l’apice del successo, ma per cause varie o si suicidarono o si sono lasciati andare, senza avere più la forza di risalire la “china”.

Il caso della bellissima Laura Antonelli rientra in quest’ultima schiera di artisti. Laura Antonelli, che è uno pseudonimo di Laura Antonaz, era una celebre attrice cinematografica italiana degli anni ’70. In quel periodo divenne rapidamente un “sex symbol”, grazie a numerosi film erotici, drammatici o di evasione, che la immortalarono. Nacque a Pola il 28 novembre 1941. In particolare divenne celebre per essere stata una protagonista veramente sensuale nel noto film “Malizia” del 1973.

Purtroppo la sua vita professionale subì una brusca frenata, quando nel 1991 fu trovata in possesso di 36 grammi di cocaina nella sua casa di Cerveteri. Anche se nel 2006 fu riconosciuta vittima di un errore giudiziario, l’operazione usuale di discredito mediatico, tipico di questi casi, la travolse a tal punto che decise di abbandonare definitivamente il cinema. Precedentemente nel 2000 la Corte di Appello di Roma aveva assolto Laura Antonelli, perché il fatto contestato non era giuridicamente più previsto come reato. Nel frattempo dal 1991 erano ormai trascorsi ben 22 anni: ciò le produsse rilevanti danni economici e psicologici, divenuti irreversibili, malgrado il riconoscimento nel 2006, da parte dello Stato, di un risarcimento veramente esiguo, considerati i lunghi anni trascorsi dal 1991, anno del noto arresto.

Nel 2000 provò a fare un film “Malizia 2000”, ma la pellicola peggiorò ancora di più le sue già precarie condizioni di vita e psicologiche. Infatti durante le riprese cinematografiche di quel film si sottopose ad un intervento chirurgico estetico che le deturpò irrimediabilmente il viso. Laura intentò causa al produttore ed al regista di quel film, sostenendo che l’avevano costretta a sottoporsi a quell’intervento, ma i giudici, esaminata una dettagliata perizia tecnica, depositata a sostegno della tesi dell’attrice, respinsero la sua richiesta di risarcimento dei danni subiti, scagionando il chirurgo, il produttore e il regista. Cade il soffitto! La sua sofferenza psichica già in atto aumentò e si dovette ricoverare per vari anni presso un centro di Igiene Mentale di Civitavecchia. Nel 2010 persino l’attore Lino Banfi fece un appello a suo favore perché venisse aiutata, ma molto orgogliosamente Laura Antonelli, ringraziando tutti quelli che si stavano preoccupando per lei, rispose semplicemente: “Dimenticatemi!”. Da vari anni ormai viveva praticamente in solitudine anche dopo la fine di alcune storie d’amore. Ha sempre riconosciuto i suoi errori e, tra questi, l’uso di droga, così come risulta da una sua intervista del 2012 rilasciata ad un giornale. Poi nel 2015 un improvviso infarto spezzò la sua vita.

Morì a 74 anni a Ladispoli. Probabilmente i “Media” non l’hanno ricordata in modo adeguato, né hanno esaltato degnamente la sua figura e la sua bravura, più volte emersa dai film che fece, come nel film “L’innocente”, che girò con Giancarlo Giannini, sulla base di un noto romanzo di Gabriele D’Annunzio.

A noi piace ricordarla così come era all’inizio della sua carriera cinematografica con quella sua naturale bellezza “acqua e sapone”.

 

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