Interessanti risultati sono stati pubblicati nella rivista scientifica New England Journal of Medicine, in quanto è emerso che un farmaco già esistente, la Finasteride, può funzionare bene nella prevenzione del cancro alla prostata.

Tali risultati, basati sugli studi del Prostate Cancer Prevention Trial e durati la bellezza di 25 anni, hanno permesso di scoprire come tale medicina, da tempo utilizzata con successo l’ipertrofia prostatica benigna, possa essere usata anche allo scopo di evitare lo svilupparsi di altre patologie.

Secondo il Direttivo Nazionale AIOM, che ha analizzato la ricerca, l’uso della Finasteride permetterebbe una potenziale riduzione di circa il 25% del pericolo di sviluppo di tale tumore, che da tempo figura come malattia oncologica nell’uomo.

Con circa 35.000 casi ogni anno in Italia – pochi dei quali gravi grazie alla diagnosi precoce – il cancro alla prostata colpisce oltre il 30% della popolazione maschile, solitamente a partire dai 50 anni in poi, raggiungendo il picchio di pericolo intorno ai 65 anni.

Tra i fattori che non vanno trascurati c’è la consanguineità, dato un parente che, in precedenza, ne ha sofferto, potrebbe ereditarla a livello genetico, maggiormente a individui nelle cui famiglie tali casi non si siano verificati.

A provocarlo, in diversi casi, la presenza di alti livelli di testosterone, che permette la crescita delle cellule della prostata, e sbagliati stili di vita come diete ricche di grassi saturi, obesità e completa mancanza di esercizio fisico.

Nella maggior parte dei casi l’origine del cancro alla prostata è situata nelle cellule della ghiandola, da cui possono generarsi i “cosiddetti” adenocarcinomi come pure, raramente, sarcomi e carcinomi mentre, qualche rara volta l’ingrossamento della prostata può essere scambiato per uno dei sintomi elencati.

Ora che si è scoperta una profilassi preventiva, bisognerà capire come applicarla: se far utilizzare la Finasteride solo ai soggetti a rischio o somministrarla a tutta la popolazione maschile, rendendo inutile il Test Antigene Prostatico Specifico e rischiando l’aumento dei casi che si vogliono limitare.

Bisognerà vedere di agire per il meglio, se si spera di migliorare l’esistenza di chi soffre di tale patologia.

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