Per poter parlare di Turismo delle Regioni italiane prendiamo ad esempio la Sardegna. Si sceglie questa regione per le sue caratteristiche legate soprattutto al concetto che si vuole far passare ovvero id turismo estivo e di massa. Analizzando le peculiarità della domanda e dell’offerta turistica viene fuori che la Sardegna è caratterizzata da una propria attrattività nell’ambito della competizione globale, alla luce anche dei principali cambiamenti nazionali ed internazionali che stanno interessando il settore. Si fa riferimento ad un insieme di aspetti interconnessi, ognuno dei quali, presi singolarmente, consente valutazioni parziali. Le dimensioni considerate sono: la Natura (disponibilità di risorse ambientali e naturali e la presenza di infrastrutture agrituristiche), la Cultura (disponibilità di risorse culturali e storico-artistiche), la Soddisfazione (soddisfazione del turista), la Ricettività (l’offerta ricettiva), la Domanda (presenza turistica sul territorio), l’Impatto economico (l’indotto economico del turismo).

Secondo le stime rilasciate da Prometeia, una società italiana di consulenza, sviluppo software e ricerca economica per banche, assicurazioni e imprese, specializzata nei servizi per il risk management, wealth management, asset management e nella consulenza finanziaria, il prodotto interno regionale della Sardegna sta crescendo, interrompendo il pesante trend negativo iniziato nel 2012. Dal 2014 a oggi, arrivi e presenze in Sardegna sono in forte rialzo, ed il tutto è legato ad un aumento costante dei viaggiatori stranieri e ad una ripresa del mercato nazionale, grazie anche alla presenza di attivi porti ed aeroporti soprattutto nell’area Nord della Sardegna. Entrando più nello specifico della domanda turistica, in Sardegna gli arrivi, le presenze e la spesa complessiva dei turisti, infatti, sono cresciute a tassi superiori rispetto a quanto osservato nell’intero territorio nazionale. La quota di valore aggiunto del turismo sul totale del PIL Regionale dipende sia dal volume delle presenze che dalla spesa media giornaliera. L’incidenza diretta del settore turistico sul totale, in termini di PIL, in Sardegna è maggiore della media meridionale e nazionale, ricordando che il Turismo è un “settore” trasversale in grado di attivare direttamente ed indirettamente ricchezza sul territorio, anche in altri “settori” collaterali. Infatti, alla spesa destinata agli Alberghi e Ristoranti va aggiunta quella destinata ai Beni culturali, alla Moda, all’Alimentare, ai Trasporti. Le proiezioni di Federalberghi infatti, assicurano che la crescita rispetto al 2016 – si tratta ancora di stime parziali – è del 4%. Se dovessero essere confermati i dati, l’ultimo mese di maggio 2017 potrebbe contribuire a migliorare i risultati del turismo isolano nel corso della bassa stagione. In ogni caso, è stato il Turismo straniero a trainare le buone performance dell’intero settore; nonostante ciò il peso dei turisti stranieri in Sardegna è ancora inferiore a quello che si registra in Italia e si deve anche tener conto che questi richiedono strutture alberghiere di maggiore qualità, intese come alberghi con 4 e 5 stelle (Olbia Tempio è quella che punta maggiormente sulle strutture di 4 e 5 stelle che pesano per ben il 42,3% del totale), rispetto ai turisti italiani. Le strutture di maggiore stellaggio sono infatti aumentate, segno che l’offerta si sta muovendo per soddisfare le preferenze della clientela. Sull’isola tali esercizi alberghieri sono passati dal 20,4% del 2004 al 31,7% del 2015.

Per ciò che concerne la distribuzione delle strutture ricettive nelle varie province dell’isola, questa è eterogenea: Olbia Tempio è quella con la maggiore offerta, seguita da Cagliari e Sassari e si nota anche una notevole differenza nella distribuzione per tipologia delle strutture, con Olbia Tempio che fa registrare una notevole presenza di esercizi alberghieri, e Oristano, Cagliari e Sassari dove prevalgono esercizi extra-alberghieri, tra cui vanno annoverati campeggi, agriturismi e villaggi turistici, alloggi in affitto gestiti in forma imprenditoriale e i bed and breakfast. In merito alla stagionalità invece, complessivamente la Sardegna presenta una concentrazione di turisti nei mesi estivi decisamente superiore all’Italia. Gli arrivi sono pochi nei mesi che vanno da novembre a marzo, dove prevalgono nettamente i turisti italiani rispetto agli stranieri, ed iniziano ad aumentare da aprile in poi. La maggior parte degli arrivi è concentrata nel periodo maggio-settembre.

Sono stati però analizzati 13 possibili “prodotti” complementari al balneare che consentirebbero un “allargamento” ed “allungamento” della stagione turistica che realmente potrebbero impattare sulla “destagionalizzazione” del turismo isolano, e sono: il Turismo enograstronomico: sapori e tradizione; il Turismo Archeologico; il Cineturismo; il Turismo delle Manifestazioni Sportive; il Turismo degli Eventi Culturali (artistici-religiosi-musicali); il Turismo Congressuale; il Cicloturismo; il Turismo del Golf; il Crocierismo; il Turismo Wellness (Termale); il Turismo Verde: i Parchi; il Turismo Residenziale; il Turismo Nautico. Rispetto all’Italia nel suo complesso, la domanda turistica sarda presenta alcune caratteristiche peculiari: una maggiore permanenza media (cioè il numero medio di notti trascorse negli esercizi ricettivi per ogni arrivo); una più marcata stagionalità concentrata nei mesi estivi; indici di utilizzazione annuali delle strutture più bassi. Nei mesi estivi invece questi ultimi superano i valori nazionali.

Di grande importanza pertanto, la Programmazione Regionale per lo sviluppo del turismo 2014-2016, che rimarca che la Sardegna è “L’Isola della qualità della vita. Al centro del mondo. In equilibrio tra tradizioni, cultura e natura. Un’isola dove la bellezza dei luoghi, la sostenibilità ambientale, culturale, economica e sociale, possono rendere unico un sistema territoriale in grado di generare una qualità della vita ottimale per i residenti, di richiamare nuovi turisti, fare sentire sicuri visitatori e cittadini, attrarre investitori, generare occupazione, reinserire nel circuito lavorativo quanti sono temporaneamente esclusi e assicurare il benessere sociale.” Il Progetto individua una traiettoria di sviluppo da seguire secondo cinque dimensioni qualificanti del prodotto territoriale, identificabili: nella crescita sociale del territorio, nella cultura dell’accoglienza, nella governance dinamica (vale a dire monitoraggio costante del territorio e pronta reazione affinché non siano mai precluse le possibilità di raggiungimento degli obiettivi di lungo periodo), nella condivisione e nell’informazione per il mercato, nel prodotto territoriale a vocazione turistica.

Vari ancora i punti di debolezza nell’economia, primo su tutti la difficoltà nell’intercettare la domanda estera. Si sta, tuttavia, gradualmente rafforzando la domanda interna, con un effetto positivo sui consumi e sugli investimenti.

I finanziamenti alle imprese sono tornati a crescere e si è ridotto il costo del denaro. L’industria ha registrato una crescita della produzione e degli ordini soprattutto nel comparto agroalimentare. Il tutto ha portato ad una diminuzione del tasso di disoccupazione. Ma la prima area d’azione che supporta il processo di sviluppo è una valida infrastrutturazione fisica ed immateriale del territorio per migliorare la fruibilità dei servizi turistici. Parliamo di: trasporti e infrastrutture di connessione fisica, digitalizzazione, Marketing strategico per promuovere l’immagine della Sardegna e formazione professionale. Questo perché partendo dalla conoscenza delle dinamiche e delle trasformazioni a livello turistico nazionale ed internazionale, individuati i fattori rilevanti su cui agire tutte le forze in campo possano misurarsi in un ambiente estremamente competitivo e con nuovi player entranti, che ampliano l’offerta di destinazioni, prodotti e servizi, forniti al crescente numero di visitatori internazionali.

Presa coscienza del cambiamento a livello globale, la Sardegna, al pari dell’Italia che è una multi-destinazione, possiede caratteristiche uniche che le permetteranno di offrire un insieme ricco e diversificato di attrattori turistici; è però necessario che da un lato la governance pubblica si faccia promotrice del miglioramento della competitività del sistema e della razionalizzazione e ottimizzazione delle risorse strutturali e normative e che dall’altro le imprese nel loro piano d’azione diano un sempre maggior valore al fattore relazionale, formativo e culturale. La sinergia di tutti gli stakeholder o portatore di interesse garantirà ripresa e crescita di questa meravigliosa isola.

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