L’antico tracciato della Via Appia è candidato ad entrare nel patrimonio dell’Unesco.

Questa è la notizia bomba diramata dal Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo, che ha avviato l’opportuna procedura che dovrebbe portare al riconoscimento di diversi siti presenti nella nostra regione. Tra quelli inseriti l’anfiteatro Campano, l’Arco di Adriano e il Museo Dell’ Antica Capua, insieme ai pezzi dell’antica strada romana che stanno riemergendo da alcuni mesi. In origine facente parte di un tratto di strada che da Casilinum – ovvero Capua – portava fino a Calatia – oggi conosciuta come Maddaloni – per poi transitare per l’odierna Piazza San Francesco. Proseguendo lateralmente fino a via Nazionale Appia, si giungeva fino all’Arco dedicato ad Adriano, di cui è sopravvissuto un solo fornice, che fungeva da porta d’ingresso per chi dalla zona Nord entrava a Santa Maria Capua Vetere.

Conosciuta come la prima strada consolare romana, la Appia viene ricordata come una delle prime opere d’ingegneria più grandi del mondo. Il suo primo tratto fu costruito su una via che, precedentemente, collegava Roma ai Colli Albani, prolungandola sino a Capua Vetere, per poi proseguire per Ariccia / Terracina / Fondi / Itri / Formia / Minturno / Mondragone. In seguito, dopo la sconfitta di Pirro nel 268 a.C., fu prolungata la sua estensione fino a Benevento, conosciuta allora come Maleventum. Sempre nel III secolo si decise di ampliarla sino a Taranto e, verso il 190 a.C., raggiunse il porto di Brindisi, passando per Canosa di Puglia e Bari.

FONTEvesuviolive.it
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