Mentre la nuova squadra di Governo si smarca da possibili riaperture al turismo, il neoministro Massimo Garavaglia insiste sulle riaperture per far ripartire il Paese.

Spingendo per una riapertura durate le vacanze di Pasqua, il nuovo ministro leghista al Turismo, che si definisce un “aperturista pragmatico, l’importante è non fare guai”, ha incontrato per la prima volta le associazioni rappresentanti del turismo organizzato, che hanno presentato il quadro del comparto, il più colpito del turismo italiano, che dall’inizio della pandemia ha registrato un calo di fatturato superiore al 90%, rimanendo in uno stato di “lockdown de facto” da oltre un anno. Le perdite registrate nel solo 2020 ammontano a circa 12 miliardi di euro.

Negli ultimi anni l’attività turistica aveva segnato un importante sviluppo, con un nuovo record dell’attività ricettiva nel 2019: una crescita rispettivamente del 2,6% di arrivi e dell’1,8% di presenze nelle strutture rispetto all’anno precedente. Poco più della metà delle presenze (50,5%) era composta dalla clientela straniera, che nel 2019 era cresciuta in misura maggiore rispetto alla componente nazionale.

Collegato al turismo, il settore servizi di agenzie di viaggio, tour operator e servizi di prenotazione: quasi 18mila imprese, nel 2018, che impiegavano più di 50mila addetti e generavano 13,1 miliardi di euro di fatturato.

L’espansione dei flussi turistici sembrava confermata anche per il 2020, ma da fine febbraio, con l’esplodere dell’emergenza sanitaria, l’attività è crollata: nel trimestre marzo-maggio i flussi nelle strutture ricettive si sono quasi azzerati, con presenze totali che sono state appena il 9% di quelle dello stesso periodo del 2019.

Grazie alla “pausa estiva”, nel trimestre giugno-agosto le presenze totali sono risultate pari a circa il 52% di quelle di un anno prima, ma con un risultato divaricato tra le due componenti: i pernottamenti dei clienti italiani sono stati quasi tre quarti di quelli dell’anno precedente (il 74%), mentre quelli relativi a clienti stranieri sono rimasti inferiori a un terzo (pari al 28%).

Per quel che riguarda il fatturato dei settori collegati, al momento sono disponibili i risultati relativi al secondo trimestre dell’anno, che hanno fatto registrare valori particolarmente ridotti, pari a una piccola frazione di quello dell’anno precedente: il 12% per i servizi di alloggio e il 7% per i servizi delle agenzie di viaggio, dei tour operator e attività connesse.

Guardando all’Europa, il turismo contribuisce a quasi il 10% del Pil. L’Unione europea è la principale destinazione turistica al mondo, con 563 milioni di arrivi internazionali e il 30% delle entrate a livello mondiale nel 2018. L

L’ecosistema turismo, dai viaggi ai trasporti alle strutture ricettive, dalla ristorazione alle attività ricreative alla cultura/natura, ora è completamente stato spazzato via dall’emergenza sanitaria.

Le restrizioni di viaggio e le altre limitazioni hanno provocato un graduale arresto dei flussi già nel primo trimestre del 2020, sia nei paesi Ue che a livello mondiale. L’OCSE e l’Organizzazione mondiale del turismo stimano un calo dell’economia turistica internazionale nel 2020 tra il 60% e l’80%, a seconda della durata della crisi Covid, con perdite che oscilleranno tra gli 840 miliardi e i 1.100 miliardi di euro in proventi delle esportazioni in tutto il mondo.

Le prenotazioni sono diminuite tra il 60% e il 90% rispetto ai periodi corrispondenti degli anni precedenti. Le PMI sono state le più colpite dalla crisi: a causa dell’assenza di liquidità e della situazione di incertezza, faticano a proseguire l’attività, ad accedere ai finanziamenti e a mantenere dipendenti.

Mentre l’alleanza del Manifesto europeo del Turismo, gruppo di più di 60 organizzazioni pubbliche e private dei settori di viaggio e turismo, ha presentato una serie di raccomandazioni congiunte per gli Stati membri dell’Ue su come rilanciare il comparto in Europa in tempo per l’estate 2021, la Commissione stima in circa 6 milioni i posti di lavoro a rischio nell’Unione europea.

Proprio la Commissione Europea sta ora lavorando a una proposta legislativa, che verrà presentata il 17 marzo, per il Digital Green Pass: un passaporto Covid con tutte le informazioni necessarie per tornare gradualmente a muoversi e viaggiare in Europa e nel mondo. All’insegna della privacy dei cittadini.

Lo scopo è fornire la prova che una persona è stata vaccinata, dare i risultati dei test per coloro che ancora non sono stati vaccinati, e fornire informazioni sulla guarigione dalla Covid. Il Green Pass sarà probabilmente una proposta legislativa, non un optional, cioè avrà il valore di uno strumento legale sulla base dei Trattati per il libero movimento.

Tornando in Italia, ad oggi il 40% delle imprese non ha ancora ottenuto il pagamento integrale dei primi ristori previsti dal decreto MiBACT del 12 agosto 2020.

Tra le priorità più urgenti le associazioni hanno chiesto al ministro Garavaglia:

  • sblocco immediato dei pagamenti delle risorse già approvate e stanziate, con continuità amministrativa nel passaggio di competenze al nuovo Ministero
  • copertura, nel prossimo Decreto Sostegni, delle perdite subite da agosto 2020 in poi, per un fabbisogno stimato in almeno 650 milioni di euro
  • criteri più equi che tengano conto delle imprese turistiche escluse dai ristori, tra cui quelle di nuova apertura, e del mix di fatturato intermediazione/organizzazione.
  • estensione della durata delle agevolazioni fiscali, delle sospensioni contributive e degli ammortizzatori sociali per le imprese del settore
  • decontribuzione per tutte le aziende che decidano di far rientrare i dipendenti dalla cassa integrazione fino a dicembre 2021
  • ripartenza dei viaggi in sicurezza, al fine di consentire alle imprese di “salvarsi da sole”
  • richiesta che il possesso di un comprovato titolo di viaggio costituisca un “giustificato motivo” per effettuare lo spostamento (a questo proposito è stato evidenziato il vuoto normativo che oggi consente di recarsi in alcuni Paesi esteri, prevalentemente dell’area Schengen, ma allo stesso tempo non considera il viaggio un “giustificato motivo” per spostarsi dal proprio Comune o dalla propria Regione verso l’aeroporto di partenza. Spostamenti che riguarderebbero persone in possesso di un certificato di negatività al Covid)
  • esigenza di allineare con l’Ue i corridoi aperti (su questo punto Garavaglia ha riferito di aver partecipato a una riunione con gli altri ministri del turismo europei per la definizione di protocolli condivisi per una riapertura coordinata del traffico internazionale, in particolare in area Schengen).
  • tax credit per incentivare i viaggiatori a riutilizzare i voucher in loro possesso prenotando un altro viaggio anziché chiederne il rimborso.

Fonte: Miriam Carraretto, Quifinanza.it,  2 Marzo 2021

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