Gli scienziati dell’Istituto Niels Bohr dell’Università di Copenaghen, tramite l’analisi dei dati storici sull’innalzamento del livello del mare, hanno sviluppato l’ipotesi che, entro l’anno 2100, gli oceani del mondo raggiungeranno una crescita di 1,35 metri.

Basandosi su vari modelli, i ricercatori danesi hanno rilevato non solo una discrepanza di circa venticinque cm., ma che gli effetti di una tale previsione potrebbero essere peggiori di quanto temuto sia in termini di tempo e che di velocità, oltre che sotto il profilo quantitativo.

Il timore di una connessione tra l’aumento della temperatura e il tasso che indica lo slancio dell’aumento sembrano dimostrare che un’accelerazione sia avvenuta, per via della grande inerzia nel riscaldamento degli oceani e delle calotte glaciali interne; in pratica ci potrebbero volere diverse centinaia di anni per vedere le concrete conseguenze del riscaldamento nella nostra atmosfera.

Colpevole di tale “pericolo futuro ed imminente” la crisi climatica, che finora ha provocato un repentino aumento delle temperature che si sta ripercuotendo anche sui mari del mondo, e che ha giù fatto danni alle calotte glaciali e ai ghiacciai, per non parlare del tasso di scioglimento dell’Antartide.

A correre il maggior pericolo di finire sott’acqua, al momento, sono le città di Venezia e Trieste, ma anche molte altre corrono un tale rischio, se il Mar Mediterraneo dovesse alzarsi, tra un’ottantina di anni, di almeno sessanta centimetri.

“Ci aspettiamo quindi che l’innalzamento del livello del mare sia più correlato alla temperatura media del secolo. Successivamente, proponiamo quindi di linearizzare la relazione tra il tasso medio di innalzamento del livello del mare e l’aumento della temperatura che rappresenta l’intero secolo precedente dato che, a quanto pare, i modelli su cui basiamo le nostre previsioni non sono abbastanza sensibili. Per dirla chiaramente, non colpiscono nel segno quando confrontiamo scenari futuri con osservazioni che risalgono indietro nel tempo “.

Così gli scienziati del Niels Bohr Institute descrivono la situazione in cui potremmo ritrovarci in un prossimo futuro.

 

Fonte articolo: Istituto Niels Bohr dell’Università di Copenaghen & Ocean Science

Fonte foto: asvis.it

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