Il termine “informazione”; cosa significa veramente?

L’informazione è una notizia, una nozioneraccolta o comunicata per una utilizzazione pratica o immediata”, ma è anche una semplice “trasmissione e ricezione di messaggi relativi a notizie o anche nozioni indispensabili per l’individuo o la società”.

Oggi l’informazione corre ad una enorme velocità: i mass media fanno conoscere alle persone di vari luoghi notizie di vario tipo, solo che ciò che riceviamo non sempre è vero, perché talvolta vengono diffuse sicuramente informazioni false o, quanto meno, non proprio corrette.

Per la loro importanza, un po’ in tutte le dittature che si sono via via succedute nella storia umana, i mass media hanno sempre costituito per queste un perno molto importante. Altro mezzo importante che ha cambiato il modo di informare è il computer con internet, con cui possiamo sapere in ogni momento cosa succede dall’altro capo della Terra e, addirittura, discutere con altre persone.

Con internet si può fare di tutto: le informazioni si inviano tramite internet (es. facebook, twitter, ecc).

La televisione è il mass media o mezzo di informazione più importante, poi c’è il giornale cartaceo costituito da vari fogli in cui vengono scritte le notizie di argomento vario, pubblicità, ecc.

L’articolo di giornale contiene delle vicende, che possono essere realmente accadute secondo il loro codice deontologico o del tutto gonfiate. La fonte della notizia, dunque, deve essere accuratamente soppesata, prima della stesura e pubblicazione dell’articolo o della messa in onda del servizio. Il cronista serio crea una elenco di informazioni, le assembla e alla fine scopre l’imponderabile: la verità.

L’articolo 1 del testo unico dei doveri del giornalista parla chiaro: “l’attività del giornalista, attraverso qualunque strumento di comunicazione svolta, si ispira a quella libertà d’espressione sancita dalla nostra Costituzione”. “È diritto insopprimibile dei giornalisti la libertà di informazione e di critica, limitata però dall’osservanza delle norme di legge dettate a tutela della personalità altrui ed è loro obbligo il rispetto della verità sostanziale dei fatti, osservati sempre i doveri imposti dalla lealtà e dalla buona fede”. Inoltre devono essere “rettificate le notizie inesatte e corretti gli errori che si possono verificare”. Esempio pratico: su un giornale può comparire il nome e cognome di una persona determinata in qualità di imputato, mentre la sua posizione processuale è stata da tempo archiviata e stralciata, in quanto non sono stati ravvisati gli elementi di alcun reato; in tal caso la persona erroneamente indicata sul giornale, in qualità di imputato, può chiedere al direttore della testata giornalistica l’immediata rettifica.

Negli articoli 3 e seguenti del predetto testo unico, compaiono anche altri limiti: il giornalista ha dei doveri anche verso i minori, secondo quanto disciplinato dalla Carta di Treviso; come pure ha dei doveri nei confronti dei soggetti deboli. In particolare nella Carta di Treviso del 2016, i giornalisti si sono impegnati a “proteggere l’infanzia e la gioventù, per attuare il diritto alla educazione ed una adeguata crescita umana”. I giornalisti devono anche rispettare i principi delle convenzione O.N.U. del 1989 sui diritti del bambino e delle convenzioni europee che a loro si riferiscono, “prevedendo particolari cautele per garantire il normale sviluppo della personalità dei minori in relazione alla loro vita e al loro processo di maturazione”.

Possiamo tranquillamente concludere sostenendo che sia la fonte dell’informazione che le stesse informazioni vadano “pesate con grande serietà e rispetto e, naturalmente, prima che vada in onda in televisione il servizio relativo ad un notiziario o ad un programma.

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