Matera.

Matera è un gioiellino del nostro bel paese. Un puntino nel nostro globo così variegato. Città antichissima dal paleolitico ad oggi; non ne racconterò la storia, ma le sensazioni di un viaggiatore per caso, anche se per caso non ci vai se non per scelta: il tragitto non è ancora dei più agevoli, infatti la strada è provinciale per lungo tratto.

Ma cosa rende un luogo magico, meritevole di essere visitato? Credo la sua anima, il suo essere testimone di un tempo di storie che insieme fanno la storia.

Matera e i suoi sassi, sassi ‘morbidi’ con le forme smussate dal mare perché lì arrivava il mare. Un luogo che ha vissuto più vite e che solo recentemente ha riacquistato la sua dignità. Patrimonio dell’Unesco, ha scorci unici ed è ritornata a vivere, abbandonata per anni, conserva il fascino di un luogo spettrale e fascinoso. Il colore dei sassi uniforma, ma non rinuncia ad una sua plasticità. I colori cangiano nel corso del giorno ed attrae col sole e con il brutto tempo ancor di più.

Matera testimonia che uno Stato, anche se in notevole ritardo, deve e può prendersi cura dei luoghi ed allora negli anni ’50 se ne fa carico bonificando quelle abitazioni insane, umide sovraffollata da famiglie che vivevano insieme agli animali. L’asino, la capra la gallina erano la sopravvivenza e trattati con reverenza e rispetto. Condizioni igieniche inesistenti così come la rete fognaria. Sfollata di forza resta per anni luogo disabitato, misterioso un grande parco giochi per bambini, quando si giocava per strada magari a nascondino … e quei tuguri luoghi ideali per nascondersi anche per il maleaffare.

Per fortuna oggi quel luogo ha ritornato a vivete grazie anche al cinema essendo luogo/scenario di pregio: nell’85 ‘la Passione di Cristo’ di Mel Gibson la rende nota nel mondo. Quei luoghi così pertinenti ad una via crucis. Prima di lui Levi, Pasolini tanto da decretare Matera Capitale europea della cultura 2019.

Visitare quei luoghi oggi divenuta meta cult, significa dar valore e pregio alla cultura contadina. Non troverai grandi affreschi, le chiese rupestri sono spoglie di marmo e colonne ed archi ma non per questo di minor fascino. Quei sassi, però trasudano vita, fatica, sofferenza e anche bellezza. La gente è accogliente, la cucina semplice e saporita caratterizzata da ingredienti poveri e genuini come proprio la cultura contadina ha tramandato.

In questo luogo si dà tributo alla povertà investita di dignità che la contraddistingue da sempre. La rivalsa dei luoghi che martoriati meritano un riscatto e lo Stato in quanto comunità deve ricominciare a farsene carico per preservare ai posteri la nostra terra tutta da scoprire.

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