Le 26 virtù di Carlo di Borbone (Parte Seconda)

Piazza Dante :  Le tredici virtù dell’ emiciclo  sinistro :

1) La Fortezza. 2) L’ Agricoltura. 3) L’Astronomia. 4) La Prudenza. 5) La Sanità. 6) La Concordia. 7) La Vittoria. 8) La Sincerità. 9) La Felicità pubblica. 10) La Vigilanza. 11) La Filosofia. 12) La Musica. 13) La Matematica.

Iconologia di ogni singola opera

Partendo da sinistra,   con le fronte rivolta alle statue, attigua a port’Alba incontriamo  :

1) La Fortezza:

Questa opera  di ispirazione  classica è rappresentata da una possente donna  vestita da guerriera con un elmo con cimiero;  nella mano  sinistra regge uno scettro simbolo del potere e della sovranità del re  mentre nella mano destra un globo sormontato dalla croce che   rappresenta  il sovrano che “domina sul mondo in virtù della sua fede nella croce . Questa  statua non è di certa attribuzione  ma per la mediocre e semplice la fattura   è attribuibile  al gruppo di statue carraresi fornite dal De Medici . Nonostante sia  una scultura di prevalente ispirazione   barocca  si  a  nota nell’ esecuzione la presenza delle nuove  influenze neoclassiche.

“La fortezza assicura, nelle difficoltà, la fermezza e la costanza nella ricerca del bene.”

La fortezza è la capacità di resistere alle avversità, di non scoraggiarsi dinanzi ai contrattempi, di perseverare nel cammino di perfezione, cioè di andare avanti ad ogni costo, senza lasciarsi vincere dalla pigrizia, dalla viltà, dalla paura. La fortezza si oppone alla pusillanimità che è il difetto di chi  non  si esprime nella pienezza delle proprie  potenzialità, facendosi cullare dalla pigrizia o accontentandosi di condurre un’esistenza vuota. La fortezza è una delle quattro Virtù Cardinali ( prudenza, giustizia, fortezza e temperanza ), e riunisce forza e coraggio.

 “Essa rafforza la decisione di resistere alle tentazioni e di superare gli ostacoli nella vita morale. La virtù della fortezza rende capaci di vincere la paura, perfino della morte, e di affrontare le prove e le persecuzioni. Dà il coraggio di giungere fino alla rinuncia e al sacrificio della propria vita per difendere una giusta causa.”

2) L’Agricoltura

Anche essa  è di stile classico e rappresenta una giovane e riccioluta fanciulla che regge una cornucopia, simbolo di abbondanza, e una falce, auspicio di ottimi raccolti.  Il monarca illuminato incentivò molto l’agricoltura  che era fonte di ricchezza delle popolazioni locali. Privilegiò in modo particolare la coltivazioni di prodotti del territorio,  di alta qualità, e incentivò l’allevamento di bufale e cavalli. Le specialità campane specie le mozzarelle e i pomodori già da allora erano conosciuti e apprezzati in tutta Europa. I pastifici del regno  già  esportavano in tutta Europa. Il sovrano fece costruire molte masserie  con coloni specializzati  e allevatori dando lavoro e con prodotti di ottima  qualità.

Carditello

Fra le più avviate e importanti masserie che fungevano anche da  casini di caccia dei  siti reali  ricordiamo quella  di “Carditello” dove si producevano le migliori mozzarelle del regno e vi era uno dei migliori allevamenti di cavalli d’Europa.

3) L’ Astronomia

Un’ altra opera di  fattura classica. Questa scultura rappresenta una giovane donna avvolta in un ampio mantello che regge nella mano destra un compasso e nella sinistra un globo con i segni dello zodiaco, strumenti essenziali per lo studio dell’universo. Re Carlo incentiva molto lo studio e la cultura nel regno. Costruisce  il palazzo degli studi, l’attuale museo archeologico,  dove ubica l’ università e istituisce   nuove cattedre;  favorisce lo studio di numerose nuove e innovative  materie fra cui l’astronomia. Nello stesso palazzo, dopo la partenza di Carlo per la Spagna, il figlio Ferdinando IV  avrebbe voluto costruire un  osservatorio astronomico.

L’ osservatorio astronomico

I lavori  iniziarono nell’ala nord est dell’attuale museo archeologico nazionale. Si riesce anche a realizzare una innovativa e spettacolare  meridiana solare ( che possiamo ancora oggi ammirare nel salone dell’ Atlante)   ma la costruzione   delle successive opere è interrotta per la inidoneità dei  luoghi. Un vero e proprio osservatorio astronomico a livello europeo si edificherà  solo  durante regno murattiano  agli inizi dell’800 sulla collina di Capodimonte.

4) La Prudenza

E’ una delle quattro virtù cardinali, propria dell’anima razionale. E’ qui rappresentata da una figura femminile  con il braccio sinistro rivolto verso l’alto. Stringe tra il pollice e l’indice una  piccola freccia piatta come volesse indicare la via. La mano destra regge uno specchio di forma ovale, forse rappresenta la  capacità  di potersi  specchiare senza remore. Anche questa scultura è di dubbia attribuzione ma  è di  buona fattura e di stile classico. La prudenza  dispone la ragione pratica a discernere, in ogni circostanza, il nostro vero bene e a scegliere i mezzi adeguati per attuarlo. Da un punto di vista strettamente biblico la prudenza evoca essenzialmente il dono della sapienza  cioè la capacità di vedere ogni cosa alla luce di Dio.

Distinzione del vero dal falso  e del bene dal male

Si fa istruire da Lui circa le decisioni da prendere. Concretamente la prudenza consiste nel discernimento, cioè nella capacità di distinguere il vero dal falso e il bene dal male, smascherando attraverso questa stessa virtù le false verità (a volte difficilmente identificabili) approfondendo ciò che si vede. Grazie alla virtù della prudenza applichiamo i principi morali senza sbagliare. L’uomo prudente allora non è tanto l’indeciso, il cauto, il titubante, ma al contrario è uno che sa decidere con sano realismo, non si fa trascinare dai facili entusiasmi, non tentenna e non ha paura di osare e di andare contro una cultura lontana dalla legge di Dio.

Auriga virtutum

La prudenza in epoca classica  è considerata il  cocchiere delle virtù: essa dirige le altre virtù indicando loro regola e misura. È la prudenza che guida immediatamente il giudizio di coscienza.  L’uomo « accorto controlla i suoi passi » è  moderato e sobrio. E’ una virtù che «valuta ciò che è bene per l’uomo» . La prudenza è  ” la retta norma dell’azione” e non va confusa  con la timidezza o la paura. In conclusione la prudenza è il  saper agire rettamente.

5) La Sanità

Questa scultura di mediocre valore artistico è di certa attribuzione carrarese. Rappresenta una matura donna  con il braccio sinistro che regge una coppa  (La medicina) mentre col braccio destro tiene il bastone di Esculapio, una verga  nodosa su cui si avvolge un serpente (iconografia che ancora oggi è usata per i medici e farmacisti)scelto come simbolo per la sua difficoltà ad ammalarsi. Questa “virtù” è attribuita al sovrano per la sua attenzione alla salute dei suoi sudditi  infatti sotto il suo regno si finanziarono e si costruirono strutture sanitarie e di profilassi .

La deputazione marittima

Fra queste è doveroso ricordare  la deputazione marittima, un’ opera architettonica commissionata ad  Antonio Vaccaro. La struttura  è stata il primo presidio sanitario in un  porto italiano. Tutti i passeggeri che sbarcavano in città venivano controllati per evitare che  potessero portare il contagio di malattie infettive. La deputazione marittima è detta ” l’ Immacolatella” in quanto è  sormontata da una statua dell’ Immacolata. Oltre ad essere un opera di estrema utilità per la profilassi  è anche una pregevole opera di architettura civile barocca.

Altre grandi opere pubbliche volute dal sovrano

Carlo lasciò la direttiva a suo figlio  Ferdinando IV e al ministro Bernardo Tanucci  (dopo  l’abdicazione per il trono  di Spagna)  di incaricare Ferdinando Fuga  della costruzione di un cimitero per i poveri, fuori porta, fornito di 366 fosse comuni  (si pensò anche agli anni bisestili) da riempire  una al giorno. Il sovrano volle quest’opera per evitare fenomeni di infezione (molto comuni in quel tempo)dovuti alle sepolture nelle terre sante delle chiese della città. Avviò anche la costruzione del Real Albergo dei poveri che  è il  più grande edificio d’Europa (con la sua facciata di ben 400  metri) atto ad ospitare, curare e avviare al lavoro oltre 8000 persone.

6) La Concordia

La concordia è l’allegoria del buon governo. E’ rappresentata da una giovane figura con i capelli sciolti con un seno scoperto  e a piedi nudi  che regge una coppa  sul bordo della quale  vi sono degli uccelletti che beccano il cibo contenuto all’ interno. Alla destra della donna è raffigurato un gallo che rappresenta  “la vigilanza”. Gli uccelli mangiano con abbondanza e la donna sembra essere spensierata e felice come una fanciulla su un prato circondata da uccellini.  Il gallo dovrebbe raffigurare la vigilanza del sovrano affinché regnino concordia e abbondanza nel suo regno. Anche questa scultura sembra di fattura toscana, ma non esistono documenti certi a riguardo.

7) La Vittoria

La virtù è qui rappresentata da una donna dallo sguardo severo. Una donna decisa ma serena, col capo sormontato da un diadema. La sua mano sinistra è poggiata  su di un elmo con cimiero. La mano destra invece  regge una melagrana, il frutto che  rappresenta l’energia vitale. Secondo Giacomo  Ripa per conseguire la vittoria sono necessarie due cose: la concordia e la forza. La forza si esprime con un elmo che è atto a sopportare e subire i colpi. Quest ‘allegoria della vittoria è riferita a   Re Carlo  non tanto come vincitore di guerre  e di battaglie ma bensì come difensore del suo regno da attacchi esterni. La vittoria in questo caso si riferisce ai primi anni del  suo regno in cui ne consolidò l’autonomia e bloccò le  ingerenze straniere.

La melagrana

La melagrana è tra i sette frutti indicati nel Deuteronomio come prodotti in abbondanza nella Terra Promessa. Rappresenta la terra donata da Dio, per questo fertile e ricca…”terra di frumento, di orzo, di viti, di fichi e di melograni; terra di ulivi, di olio e di miele”. La melagrana  rappresenta anche l’unità  fra il  popolo perché i grani sono stretti fra loro.  Carlo è vincitore nel suo regno per l’ abbondanza derivante dalla fertilità delle terre e per l’ unità e il bene  del suo popolo . Il re quindi  è pronto a difendere con le armi la felicità e l’unità dei suoi sudditi.

8) La Sincerità

L’ allegoria della  sincerità è qui espressa  da una giovane figura femminile con un volto sereno. Anche questa opera è di ispirazione classica. La scultura presenta  il braccio destro piegato  che regge con delicatezza una colomba con le ali spiegate e pronte al volo. Il braccio sinistro sorregge il mantello e un cuore. Il cuore è il simbolo dell’ animo puro mostrato a tutti e la colomba è simbolo  dell’ integrità. La sincerità è l’opposto della falsità, dell’inganno o dell’imbroglio. E’ quindi  una  nobile virtù  da cui emergono tutta la purezza e  la limpidezza dell’animo del sovrano.

9) La Felicità pubblica

La virtù  è costituita da una figura femminile con in capo una corona di  alloro che regge col braccio sinistro un caduceo, appoggiandolo sulla spalla. Il braccio destro è rivolto verso il basso ed è  poggiato su di una cornucopia piena di frutti. Il caduceo è un bastone magico che permetteva al suo proprietario di passare in ogni luogo indisturbato. E’ un bastone alato con due serpenti attorcigliati intorno. Nella iconografia classica era il bastone di Mercurio, il messaggero degli dei che garantiva il passaggio ovunque. Il caduceo è  anche segno di pace e di sapienza. La cornucopia è il frutto del lavoro e segno di abbondanza  che ci permette di raggiungere la felicità.

Il Caduceo

Il caduceo è  il simbolo di pace e prosperità, da non confondere con il bastone di Esculapio (con un serpente solo), simbolo della medicina. Quest’opera è grossolana, di non buona fattura e risulta anche notevolmente sproporzionata e tozza. Nella Grecia antica  Aristotele  aveva considerato la felicità come effetto dell’esercizio delle virtù pubbliche. Eudamonia  la chiamavano i greci, “ovvero condizione buona dello spirito, soddisfazione di svolgere correttamente, anzi onorevolmente e virtuosamente, il proprio ruolo sociale nella comunità”. Le comunità antiche erano comunità totalitarie, in cui il singolo era sempre asservito, in ogni sua azione, allo stato sociale a cui apparteneva. Aristotele riconosceva anche il ruolo del benessere privato nella sua eudamonia, ma non si sarebbe sognato di  elevarla a virtù pubblica.

10) La Vigilanza

La virtù della Vigilanza è rappresentata da una donna che regge una lucerna  nella mano sinistra e sullo stesso lato accanto vi è un cane con un atteggiamento  aggressivo con le orecchie basse. La bestia sembra quasi ringhiare. La lucerna garantisce la luce e il cane, fedele amico dell’ uomo, è un guardiano e un avvisatore di pericolo. Un buon re è sempre vigile per il benessere e la sicurezza dei suoi sudditi. La vigilanza è la virtù della fermezza , è la  capacità di restare fermi davanti a “quella porta” sempre e nonostante tutto; è la capacità di sostare  e vigilare nonostante il buio. Sulla sinistra della scultura è posta una  massiccia cancellata che divide una casa di proprietà del convento, affittata a privati, dalla terrazza delle monache di clausura di San Sebastiano.

11) La Filosofia o  sapienza

In questa scultura la Filosofia o la sapienza è raffigurata da  una  giovane donna dal volto sereno. Ha il piede sinistro poggiato su di un piccolo piedistallo e sulla sua gamba poggia, retto dalla mano sinistra, un libro le cui pagine sono rivolte all’ esterno  come lo si volesse far leggere all’osservatore. Con la mano destra protesa verso l’alto la giovane regge una specie di calice o una antica lampada, luce dell’intelletto, mentre il libro è la Bibbia, il libro dei libri. La filosofia è la regina di tutte le arti liberali  in quanto permette ai sovrani di governare con coscienza. Dai filosofi presocratici fino a Platone per sapienza si intendeva non solo il possesso di conoscenze razionali ma anche la connessa abilità tecnica nel mettere in opera quelle conoscenze ed assieme la virtù della prudenza nel distinguere il bene dal male e l’utile dal dannoso.

Attribuzione

Anche quest’ opera è di sicura attribuzione al consorzio di scultori napoletani.

12) La Musica

Questa figura femminile è coronata di alloro, di fattura classica,  in posa come se  volesse danzare a piedi nudi. Nella mano destra regge una tromba simile ad un antica tuba  mentre nella mano sinistra solleva in alto una specie di tamburello. Re Carlo era un amante della musica, non dimentichiamo che nel 1737 in soli due anni fece costruire il teatro San Carlo, uno dei più grandi teatri lirici  del mondo  e sicuramente fra i più belli .

Il teatro San Carlo

Il San Carlo è stato e sotto certi aspetti lo è ancora,  la culla della musica e del melodramma italiano. Su questo palco si sono esibiti i più prestigiosi musicisti e cantanti dell’ epoca. E’ stato la passerella di  quelli che furono i più prestigiosi musicisti e compositori di scuola napoletana  fra cui  Giovanni Paisiello, Nicola Jommelli, Nicolò Piccinni. E’ stato un faro di richiamo dei  più grandi geni della musica mondiale fra cui J.S. Bach, G.F. Hendel, F.J. Haydn e A.Mozart.

13) La Matematica

La matematica è una delle sette arti  liberali ed  in questa scultura è rappresentata da una figura femminile con un vistoso  collare di un ordine cavalleresco. Col braccio destro regge una coppa   mentre con la sinistra sostiene  un compasso. Ha il viso proteso verso l’alto come fosse assorta in contemplazione di  cose astratte. Nel  centro  del collare è rappresentato un  occhio  che  è simbolo della conoscenza. Il compasso indica la  conoscenza della geometria. Nell’ occhio e nel compasso si potrebbe  ravvisare una simbologia massonica  ma conoscendo l’alto sentimento religioso del sovrano è da escludere. Il re, seppur religioso, non favorì anzi contrastò i privilegi ecclesiastici tassando gli utili ed espropriando  beni della chiesa .

Scultura di buona fattura toscana

Pur essendo una scultura semplice è ben equilibrata ed è  di buona fattura. Sicuramente fa parte di quelle commissionate agli  artisti toscani in quanto esiste  la ricevuta di pagamento negli archivi  storici del Banco di Napoli.

Parte Prima: Le ventisei virtù di Carlo di Borbone : Notizie Storiche

Parte terza : Le ventisei virtù di Carlo di Borbone (Emiciclo destro)

 

Fonti

Tratto dal  mio  omonimo articolo da me pubblicato integralmente sul magazine  Whipart.it

https://lnx.whipart.it/magazine/le-26-virtu-di-carlo-di-borbone/

Dello stesso autore su questo magazine :

Articoli di Antonio Colecchia

 

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