I Puffi esistono! E’ questa la puffosa notizia che ci piacerebbe dare a grandi e piccini, e non saremmo lontani dal vero se non fosse che gli abitanti di questo piccolo agglomerato immerso nel bosco, sono persone in carne ed ossa e soprattutto non sono blu!

Questo magico luogo si trova a Bardineto, in provincia di Savona e fu Mario De Bernardi, che tra gli anni ‘60 e ’70 decise di mettere su delle piccole case. Appassionato dell’andar per funghi, tra castagni secolari, faggi e betulle, De Bernardi dedicò questo villaggio non ai Puffi, bensì ai funghi, tipica vegetazione di queste zone. I Puffi che tutti conosciamo ed amiamo, nascono nel 1958 dalla penna del fumettista belga Pierre Culliford, in arte Peyo. Alti due mele o poco più, di colore blu e con il caratteristico cappellino bianco, non invecchiano mai. Vivono in armonia nelle loro casette a forma di fungo nel bosco e sono legati tra loro da solidarietà ed amicizia. I Puffi nei fumetti sono 99, a cui l’autore aggiunse il centesimo esattamente con il centesimo episodio. Solo successivamente vennero aggiunti: Grande Puffo, Puffetta, Baby Puffo, Nonno Puffo, e Nonna Puffa, per arrivare ad un totale di 105.

In Italia apparvero per la prima volta nel 1964 sul Corriere dei Piccoli. Questi  amici presentano tante curiosità, come ad esempio che esiste un unico Puffo senza cappello, comparso solo nel primo racconto dei Puffi come protagonisti, che fu pubblicato sul numero 1107 de le Journal de Spirou, e si intitolava I Puffi Neri. Nel mondo dei Puffi ogni membro svolge un lavoro ed il più anziano che guida tutto il villaggio è Grande Puffo, che ha ben 542 anni ed è l’unico in grado di preparare pozioni magiche, e per raccogliere le bacche di cui sono molto ghiotti, si avventurano fuori dal villaggio, rischiando di essere catturati da Gargamella.

Al momento della loro nascita, nella prima versione grafica i Puffi avevano tratti diversi; erano meno armonici e tondeggianti, avevano 5 dita per mano invece di 4 e Puffetta, l’unico puffo femmina, creata da Gargamella per spiarli, aveva inizialmente i capelli lunghi neri. Nel passaggio poi, dal male al bene, fu Grande Puffo che la trasformò, divenendo biondissima. Non mancarono le polemiche in merito al fatto che Puffetta fosse l’unica femmina in un villaggio di maschi, e così l’autore disegnò Bontina, che in origine era un personaggio cattivo infiltrato da Gargamella nel villaggio per seminare zizzania; ma anche in questo caso, la ragazzina fu trasformata in buona.

Ma tornando al villaggio di Bardineto, che per un pò è stato luogo di vacanza, i funghi sono case a tutti gli effetti, monolocali o bilocali, con due parti abitative con annesso, forno, barbecue e magazzino-legnaia, oggi divenuti di proprietà privata e spesso meta di incursioni di curiosi e turisti.

Gli attuali puffi…ops, scusate, abitanti, ribadiscono che è reato violare la loro proprietà privata!

FONTEFonte foto: www.naturamediterraneo.com
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Dott.ssa Assunta Mango, laureata in economia all’Università Federico II, giornalista, scrittrice, ricercatrice e mobility manager, addetta alla selezione e valutazione del personale nonché progettista presso il Comune di Napoli. Ha pubblicato: “Napoli Esoterica: I tre Decumani“, "Tempo e Tradizioni: I mestieri nel Presepe Napoletano", "Storie e leggende tra i due laghi“, "Mirate al cuore", "Io, sono Giuditta". Regista e sceneggiatrice di commedie teatrali e socia fondatrice dell’Associazione “Oltre i Resti“.