Come sede del Project Blue Book, punto zero per le indagini governative sugli UFO dal 1951 al 1969, Wright Field – ora Wright-Patterson Air Force Base – fuori Dayton, Ohio, si colloca lì accanto all’Area 51 come oggetto di speculazioni durature. Molte delle voci che la circondano riguardano ciò che potrebbe essere accaduto all’interno di un particolare edificio, noto come Hangar 18. Gli appassionati credono che il governo vi abbia nascosto prove fisiche delle loro indagini, inclusi detriti di dischi volanti, resti extraterrestri e persino alieni catturati. In particolare all’interno di un luogo sigillato e altamente sorvegliato denominato “la Stanza Blu “. Tale leggenda risale a un presunto schianto nel deserto vicino a Roswell, New Mexico, nel luglio 1947. Secondo un comunicato stampa emesso all’epoca dal Roswell Army Air Field (RAAF), il loro personale ispezionò il “disco volante” per poi inviarlo al “quartier generale superiore”. Un successivo comunicato stampa da una base dell’Air Force a Fort Worth, in Texas – che si presume essere il suddetto quartier generale – ha affermato che il disco era un pallone meteorologico, un’affermazione che si è scoperta essere falsa nel 1994, in quanto si stava testando un dispositivo di sorveglianza progettato sorvolare i siti di ricerca nucleare in Unione Sovietica.

Ma oltre a tale luogo, molti ricercatori ritengono che alcuni dei materiali siano stati trasportati anche a Wright Field dopo l’incidente e immagazzinati, sulla base di rapporti non comprovati di ex piloti militari. Uno, Oliver Henderson, avrebbe detto a sua moglie di aver pilotato un aereo carico di detriti, insieme a diversi piccoli corpi alieni. Secondo i figli di un altro pilota, l’asso della Seconda guerra mondiale Marion Black MacMagruder, il padre sostenne di aver visto un alieno vivente nel 1947 e disse loro “è stata una cosa vergognosa che i militari abbiano distrutto questa creatura conducendo test su esso.” Il senatore Barry Goldwater dell’Arizona, candidato repubblicano alla presidenza nel 1964, era notoriamente affascinato dagli extraterrestri. Goldwater ha dichiarato pubblicamente di aver tentato di accedere alla Blue Room nei primi anni ’60, ma che gli era stato negato l’accesso da un furioso generale Curtis LeMay. Anche dopo che il Project Blue Book si concluse nel 1969, le voci continuarono a girare. Nel 1974, un ufologo della Florida di nome Robert Spencer Carr affermò pubblicamente che l’Air Force stava nascondendo “due dischi volanti di origine sconosciuta”, secondo un rapporto del Tampa Tribune. Carr ha affermato di avere una fonte militare di alto rango, che ha visto i corpi di una dozzina di esseri alieni mentre venivano eseguite le autopsie su di loro. Sebbene le sue affermazioni fossero dubbie, la copertura mediatica diffusa su di esse, così come l’uscita del film Hangar 18 del 1980, ha contribuito a cementarne la leggenda come focolaio delle attività relative agli UFO del governo. Da parte sua, l’Air Force ha categoricamente smentito le voci e sostiene che non sia mai esistito nessuno dei due, sebbene esista un Building 18.

 

Fonte articolo & foto: Arianna Guastella, https://www.reccom.org/lhangar-18-il-leggendario-magazzino-alieno/, 20 settembre 2021

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