Più la guerra con l’Ucraina continua indebolendola, più le certezze di vincere senza troppi sforzi ottenendo il massimo possibile si concretizza. Questa sarebbe la strategia di Putin, a detta degli analisti militari, basandosi sulla maggior quantità di soldati e di armi forniti dalla Corea del Nord. A penalizzare l’esercito ucraino non è la mancanza di uomini, ma di armi e missili, come pure di mezzi corazzati e droni. Questo a causa dei limitati aiuti dei paesi alleati come Germania e Paesi Baltici, mentre quelli americani – sessanta miliardi tenuti in “scacco” dal congresso – darebbero un “sospiro di sollievo”. Nel frattempo, grazie ad attesa e logoramento, questa “guerra di attrito” rischia di andare a favore della Russia, che vuole solo “guadagnare terreno”, costringendo la popolazione ad evacuare e mettendo Zelensky in una situazione critica dal punto logistico, organizzativo e finanziario. L’unica mossa che non sarà attuata è un’offensiva dal mare, che costerebbe un prezzo altissimo alle forze russe, in quanto a perdite che sarebbero difficilmente rimpiazzabili. Neanche l’aviazione potrà essere utilizzata a tali fini per i potenziali ed enormi danni, e il suo utilizzo continuerà a limitarsi ai bombardamenti su obiettivi fissi e per attacchi singoli frontali. Forse tale conflitto non è destinato a concludersi, dato che a Putin il suo protrarsi gli permette di tenere a freno tutti gli altri suoi problemi.