Abusi e violenze domestiche, è questo il dramma che molte donne stanno vivendo chiuse in casa per la quarantena a causa del Covid-19.
Perché è proprio tra le mura di casa che si consuma la silenziosa violenza senza poter scampare al proprio aguzzino.
Segregazione, rabbia, frustrazione, senso d’impotenza, sono gli elementi che scatenano qualcosa nella mente di mariti, compagni, fidanzati, che non trovando altro sfogo, se non accanirsi contro le donne che dicono di amare, donne spesso tanto spaventate per se e per i propri figli, che preferiscono essere vittime piuttosto che ribellarsi. In molti casi, minacce di morte e violenze fisiche si alternano a fiori e cioccolatini, disorientandole completamente, tanto da sentirsi addirittura colpevoli e meritare gli abusi.
Un aiuto concreto per le donne sottoposte a maltrattamenti di questo tipo, arriva dalle Canarie, e si tratta davvero di uno strumento ingegnoso, in quanto è stata attivata la campagna che si chiama Mascarilla-19, ovvero mascherina 19, che è il nome in codice che la vittima di abusi deve pronunciare in farmacia, oppure al telefono, se vuole chiedere aiuto. Immediatamente il farmacista dovrà avviare il protocollo di emergenza e chiamare le forze dell’ordine e le strutture antiviolenza.
L’iniziativa è partita dall’Instituto Canario de Igualdad, e grazie al web, ha raggiunto oltre 200mila persone, tanto che città come Madrid e Valencia pensano di adottarla.
Secondo Kika Fumero, direttore dell’Istituto per l’uguaglianza delle Isole Canarie (ICI), “la cosa più importante è unirsi contro i maltrattatori e far sapere alle donne che non sono sole. Questa è una sfida collettiva per contenere la curva del coronavirus senza innescare la violenza di genere”.