Verità o leggenda ?

Dal dizionario etimologico napoletano F.D’ascoli 1979, ed.delfino, alla voce “munaciello” si legge: s.m. Spiritello, gnomo, folletto (secondo una vecchia credenza, prese le sembianze di un monaco, si insinua nella notte furtivamente in certe abitazioni in cui reca disordine e confusione mettendo sottosopra il mobilio).Già in una prammatica del ‘500, “De locato et conduco”, il munaciello risulta essere una delle condizioni in cui il locatario non è tenuto a pagare la pigione.“Se avvenga che nella casa locata l’inquilino spinto da panico creda di essere assalito da spiriti maligni che in Napoli chiamansi monacelli, anche gli si permette di lasciarla senza esser tenuto a pagamento di mercede”.

Il “munaciello” disertava i quartieri bene della città, preferiva le viuzze e fondaci del centro storico.
Si nascondeva dappertutto: sotto il letto, nell’armadio e nei muri. Rumori improvvisi e scricchiolii ne indicavano la presenza. Non era insensibile alle belle donne alle quali spesso palpava il sedere o il seno o addirittura “combinava il servizio completo”. Dopo pochi mesi caste fanciulle apparivano “ca a panza annanze”…..chi è stato? ‘O munaciello.
Chi è riuscito a vederlo lo descrive “rosso e paffutello” con un bel pancione e gambe corte, alto non più di un metro, una bella pappagorgia, un naso grosso e all’insù, bocca sorridente, occhio vivace e completamente calvo.
Esistevano due tipi di “munacielli”: uno col cappuccio rosso e un altro col cappuccio nero. Se nella casa si insediava quello col cappuccio rosso, era di buon augurio perché portava ricchezza e benessere.

Riferimenti letterari

Eduardo De Filippo

In Questi fantasmi ci dà uno spaccato di questa credenza.
Il protagonista Pasquale Lojacono è infatti fermamente convinto che i soldi nella giacca del suo pigiama li metta uno spirito benigno e non certamente l’amante di sua moglie.
Se poi si aveva “la mala ciorta” (la sfortuna) che nella casa si piazzava un “munaciello” con il cappuccio nero, erano guai seri.
L’unico rimedio era cambiare subito casa sperando che lo spirito fosse attaccato alla casa e non alla persona.

Matilde Serao

Da Storie e leggende napoletane

“Un’anima ignota, grande e sofferente, in un corpo bizzarramente piccolo, in un abito stranamente simbolico; un anima umana dolente e rabbiosa; un bimbo che gli uomini hanno torturato ed ucciso come un uomo; un folletto che tormenta gli uomini come un bambino capriccioso e li accarezza e li consola, come un bambino ingenuo e innocente.”

Carlo Levi

Da  Cristo si è fermato ad Eboli

I “monachicchi sono esseri piccolissimi, allegri, aerei, corrono veloci qua e là, e il loro maggior piacere è di fare ai cristiani ogni sorta di dispetti. Fanno il solletico sotto i piedi agli uomini addormentati, tirano via le lenzuola dei letti, buttano sabbia negli occhi, rovesciano bicchieri pieni di vino, si nascondono nelle correnti d’aria e fanno volare le carte e cadere i panni stesi in modo che si insudicino, tolgono la sedia di sotto alla donne sedute, nascondono gli oggetti nei luoghi più impensati, fanno cagliare il latte, danno pizzicotti, tirano i capelli, pungono e fischiano come zanzare. Ma sono innocenti: i loro malanni non sono mai seri, hanno sempre l’aspetto di un gioco, e, per quanto fastidiosi, non ne nasce mai nulla di grave.”

Roberto De Simone

Da la gatta cenerentola

Io song’ ‘o Munaciello d’ ‘a casa toia
te facci’ ‘o pazzariello e ttengo ‘a foia.
Me piacen ‘e zezzelle
piccerelle e ghianculelle.
Pe’ ddint’ ‘e ssengh’ ‘e muro
io traso rint’ ‘o scuro
po’ traso chiano chiano e sto sott’ ‘o divano…
Si traso cchiù vicino
i’ vengo ‘int’ ‘a cucina…
Cenere’ fatte vede’
ca t’aspetta pure ‘o rre!»

Conclusioni

C’è chi afferma che i “munacielli” altro non erano che gli addetti alle manutenzione dei pozzi che attraverso la città sotterranea e gli acquedotti avevano accesso in tutti i palazzi della città e che per camuffare furti e scappatelle sentimentali mettevano disordine e facevano dispetti.
Anche se è un’ ipotesi molto plausibile non si spiegherebbe come mai i monacelli fossero
conosciuti anche  in altre realtà meridionali prive di acquedotti e pozzari.

Scala interna per la manutenzione di un pozzo scavata nel tufo

In ogni caso se girate per i vicoli di Napoli nei quartieri popolari dove  di solito questi spiritelli si annidano, non negate mai  la loro esistenza; Non solo non vi crederanno ma vi consiglieranno di stare attenti, ‘o munaciello è in agguato e perlomeno una caduta non ve la leva nessuno.

Per chi volesse approfondire, si consiglia il Libro “O Munaciello” di Carmine Allocca e Giuseppe Errico edito da Pironti.

In questo stesso magazine :

L’articolo di Assunta Mango del 20/03/2019  : Dal bambino al pozzano: ” ‘O munaciello

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