Roberto Benigni & Massimo Troisi.

Due talentuosi comici, emersi durante gli anni ’80 che, con le loro abilità, hanno contribuito a rinnovare gli stilemi del ridere, a quel tempo in una profonda crisi creativa a seguito della dipartita della cosiddetta “commedia all’italiana”.

Benigni, con il suo stile assurdo, dissacratorio e basato sul puro non-sense donava risate in grado di far dimenticare gli affanni della vita di tutti i giorni; Troisi, invece, attraverso un profondo gioco di mimica e personaggi profondamente tridimensionali, costringeva chi lo seguiva a “risate amare”, cariche di interrogativi sul vivere la propria esistenza senza lasciar vincere l’apatia. Fu nel 1984 che questi due “opposti artistici” unirono le forze per la realizzazione di un film, “Non ci resta che piangere”, vero e proprio excursus temporale e storico destinato a ispirare altre pellicole future con temi simili che, non sempre, hanno retto il modello di paragone.

Mario, bidello filosofo, timoroso e riflessivo e Saverio, maestro dal carattere impulsivo e difficile, ma più aperto alle novità, si ritrovano bloccati a un passaggio livello, mentre attendono un presunto treno in ritardo, che si sente solamente ma non si vede mai. Costretti a cambiare strada, finiscono per danneggiare l’auto che li trasporta, per via di una strada che taglia per i campi della pianura toscana, trovandosi costretti ad alloggiare in una locanda, in una stanza già occupata.

Sarà all’alba che scopriranno, con enorme stupore, di trovarsi nel 1500, e dovranno affrontare varie traversie, come sopravvivere alla caccia spietata di Girolamo Savonarola – a cui scriveranno una lettera per salvare un certo Vitellozzo, omaggiando il film Totò, Peppino e la malafemmina – e Leonardo da Vinci, a cui insegneranno a giocare a scopa. Ma il momento clou sarà quando Saverio cercherà di scongiurare la partenza di Cristoforo Colombo per le Americhe, per impedire a sua sorella Gabriella di soffrire di depressione per colpa del suo ex fidanzato, un ragazzo della Nato di Pisa, finendo per fare un buco nell’acqua.

È un peccato che la prematura dipartita di Troisi non permetterà mai la realizzazione di un sequel, con il quale portare a conclusione la vicenda, con il coinvolgimento di Lello Arena ed Enzo de Caro a fianco di loro due.

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