È l’Irlanda a mettere dinanzi a tutti quanto succedeva negli istituti cattolici di suore che accoglievano tantissime ragazze ed i loro figli. Dopo cinque anni di inchiesta nel Paese finalmente arriva la verità su una pagina buia e terrificante della sua storia.

Sono 9mila i bambini morti nel periodo che va dal 1922 al 1998, anno in cui è stato poi chiuso l’istituto. Le cause erano legate alle malattie di questi ultimi che non venivano curate, al loro mal nutrimento e abbandono senza che mai nessuno se ne prendesse cura. L’inchiesta ha rivelato realtà spietate: l’istituto si offriva come orfanotrofio e agenzia di adozione alla sfera pubblica mentre invece era spesso scenario di punizioni per donne peccatrici, con un bambino senza essersi maritate. Molti dei corpicini dei bimbi morti sono stati ritrovati nella fossa comune, questo dimostra quanto all’interno di quei posti vi erano persone senza un minimo di cuore e bontà d’animo, soprattutto perché parti attivi di un luogo d’accoglienza e d’aiuto per donne in difficoltà.

fonte ph: blog.oggitreviso.it

Mi dispiace che ci sia voluto così tanto tempo, la società irlandese era molto rigida sui figli nati fuori dal matrimonio!” Questa testimonianza è di Anne Harris, settantenne che ha partorito un figlio nell’istituto della contea di Cork nel 1970, la donna racconta di essere stata, come tante altre, rinchiusa nell’istituto per tanti anni, in modo da poter essere lontana dalla vista di tutti. Come ricorda il Guardian, lo Stato irlandese e le chiese impedivano a coloro che avevano frequentato queste case d’accoglienza di restare in contatto mentre ai figli adottivi impedivano di risalire alle madri biologiche. Il capo del governo, Michèal Martin, si è mostrato indignato dinanzi a questa scoperta cruda e terrificante ricorrendo subito a portare le scuse formali nel Parlamento di Dublino a nome di tutta la nazione.

Il rapporto rivelerà, in particolar modo alle nuove generazioni, cosa l’Irlanda si è permessa di fare alle donne che hanno procreato senza essersi prima sposate, coloro che hanno amato e tenuto figli che dovevano esser dati via!

Queste tra le considerazioni di Joan Burton, una ex vice primer nata nel 1949 in una di quelle case che definisce il rapporto come una “pietra militare” per mettere alla luce attraverso una documentazione, come un sistema rischia di essere dimenticato in un Paese sempre più liberale e meno legato alla chiesa.

Nel giornale, la Burton aggiunge anche un tema che deve essere da spunto per un’accurata riflessione: come sia stato possibile che tutto questo orrore immotivato sia stato possibile per tutti questi anni.

È grazie, infine, a delle ricerche fatta dalla storia Catherine Corless, colei che ha ritrovato quasi 800 certificati di morte di bambini residenti negli istituti, che è stata creata la commissione nel 2014. Le ricerche sono state fatte in maniera spigolosa e successivi scavi hanno così portato alla luce una grossa struttura sotterranea con 20 camere contenenti un’importante quantità di resti umani.

Tutto questo dimostra che in troppe persone vi è un cuore che batte senza però capacità di sviluppare amore e rispetto per coloro che sono i protagonisti di questo mondo che spesso è ricoperto di storie terribili come queste, dove tanti, troppi bambini sono morti senza avere nemmeno la possibilità di costruirsi un posto in questa vita.

FONTEeuropa.today.it;
Articolo precedenteL’altra faccia di Firenze: i segreti nascosti tra le pietre
Articolo successivoChamps-Élysées: diverranno un giardino romantico
Dott.ssa Marianna Amendola, laureata in Scienze della comunicazione presso l’universita Suororsola Benincasa. Iscritta attualmente al corso magistrale di comunicazione pubblica politica e sociale presso l’università Federico secondo. Insegnante e tecnico societario iscritta all'albo degli istruttori di ginnastica ritmica presso la FGI.