Nicholas Tolosa nasce a Eboli (Sa) il 19 Aprile 1981, ma vive da anni a Napoli. Matura dopo anni la sua esperienza nel 1999 alla sezione Accademia del Liceo Artistico Statale “Carlo Levi” di Eboli per poi nel 2005 la Laurea di I livello in Scenografia presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli. Nel 2007 seguono un Master in Management dei Beni Culturali e nel 2008 è docente esperto esterno in “scenografia/teatro” per il laboratorio teatrale del progetto PON F-2-FSE-2007-106 c/o Liceo Scientifico Statale “E. Medi”, Battipaglia (Sa). Il 2009 è l’anno in cui consegue l’abilitazione all’insegnamento in “Disegno e Storia dell’Arte” presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli e un Master in Catalogazione dei Beni Archivistici e Librari, e partecipa alla Biennale Internazionale di Firenze. Nel 2010 collabora per il “Napoli Teatro Festival Italia” in qualità di assistente scenotecnico per lo spettacolo “Romeo and Juliet” al teatro Mercadante. Nel 2011 consegue la Laurea Specialistica di II livello in Arti Visive e Discipline dello Spettacolo sempre all’Accademia di Belle Arti di Napoli. Da qui una serie di mostre collettive in Italia.Nel 2012 è nominato cultore della materia in Storia dell’Arte presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli e due anni dopo vince il 1° premio della rassegna artistica “Arte in Vetrina” a Salerno, è finalista nazionale alla Biennale MArteLive a Roma e consegue un Diploma di Perfezionamento in Educazione artistica presso For. Com. in Roma. Durante lo stesso anno espone a Napoli, prima con una personale a Castel dell’Ovo e poi al museo Madre, nel 2015 all’ Art Gallery della Mostra d’Oltremare e al Pan di Napoli per il trentennale della morte di Giancarlo Siani. Nel 2016 riceve una menzione speciale al Premio Centro Direzionale per l’Arte tenutosi a Napoli presso Re.work, consegue l’abilitazione per le attività di sostegno didattico agli alunni con disabilità presso l’Università Suor Orsola Benincasa, una personale al Pan. Nel 2017 è protagonista con tre personali, alle Scuderie di Villa Favorita ad Ercolano (Na), a Castel di Sangro (Aq) con due differenti mostre presso la Pinacoteca Patiniana e il Museo Civico Aufidenate. Il 2018 è impegnato con una personale al Museo d’Arte Contemporanea Città di Caserta. Nel 2019 oltre al progetto pubblico “Nafricapoli”, prende parte alla collettiva al Museo Madre di Napoli presso il Castello Macchiaroli di Teggiano (Sa) a cura di Andrea Viliani e Silvia Salvati. Insegna disegno e storia dell’arte. Vive e lavora tra Eboli e Napoli.

Nella città di Napoli porta un progetto di rilievo “NAFRICAPOLI” con il patrocinio morale del Comune di Napoli e dell’Università di Salerno, in cui seppur la prima idea era stata quella di creare un percorso che partendo dalle scale di Montesanto fino al Piazza Nazionale/Centro direzionale. La difficoltà di realizzazione ha trasformato l’idea iniziale da file-rouge a un vasto programma che coinvolge le varie amministrazioni della città. Di conseguenza le sue opere sono state (e continuano tutt’ora) esposte permanentemente sulle pareti di alcuni edifici privati per raccontare, in un vasto raggio di percorso unitario, l’integrazione culturale e sociale, che Napoli ha creato negli ultimi decenni. Un unicum che cuce il legame sociale e culturale, di stratificazione storica ed antropologica raccontando un viaggio alla scoperta identitaria partenopea uscendo dal contenitore museale ed arrivando anche a coloro che non si interfacciano con siti storici.

L’artista aggiunge: “non a caso questi due mondi da sempre sono una fucina di cultura e d’ispirazione. Consapevoli che non si può negare l’ormai stratificazione ed intreccio, mantenendo la loro integrità, che stimola ad uno sguardo più profondo come terra povera, martoriata, come periferia del mondo. Progetto nato quando venne aperta la sezione egiziana del Museo Archeologico di Napoli in cui il mondo dell’Africa da sempre è intriso storicamente con la città di Partenope.” Nicholas Tolosa continua: “usare le maschere è una metafora ma resta un esempio fondamentale per sottolineare che gli stessi napoletani storicamente indossano, ma invece sono sempre figli della stessa terra”.

Dal global al local, maschere portano alla realtà di veri specchi sull’integrazione della società di Napoli con uno specchio che realizza l’importanza di quella caratteristica, sempre viva tra i cittadini, dell’integrazione e della tolleranza sociale. Della capacità di superare limiti di barriere, di differenze culturali, di confini geopolitici razziali, insomma, citando una frase di Nelson Mandela, che lo stesso artista a posto con due opere sulla parete presso il Parco Corto Maltese che affaccia all’aiuola NutriAfrica: un vincitore è semplicemente un sognatore che non si è mai arrestato.

Dal 16 ottobre fino al 30 di ottobre 2020 c’è stata un’importante mostra e personale nella chiesa di San Severo al Pendino a via Duomo intitolata “Le voci di dentro” a cura di Dora al Caccavale, ed i testi di Luca Ricci e Roberto Sottile. Lui che da sempre non è mai sceso a compromessi con le lobby del mercato artistico, che ha un’opera esposta all’interno del museo MADRE, si racconta in questa mostra. “È un’esposizione che ha come tema centrale un messaggio di speranza, soprattutto in questo periodo, una finestra emozionale in cui tutti possono cercare i propri sentimenti e le proprie sensazioni partendo dalle opere esposte.  Queste mie realizzazioni che chiamo ‘le mie periferie umane’ sono un approccio a Napoli ed ai suoi personaggi, composti di anime vive ma con contenitori che possono sembrare scarni, morti, spenti. Da questi contenitori traspare e si liberano le ‘voci di dentro’, che quotidianamente si nascondono all’interno perché vittime di sopraffazione” dichiara Nicholas Tolosa, visibili nelle foto di Rosa Marrano.

In tutte le opere la presenza del bianco e del nero, il gioco della luce che crea sfumature grigie, il taglio fotografico ma anche una forte tendenza a essere abbarbicati alla tradizione alla tradizione napoletana popolare, nonché della tradizione religiosa contadina con visione antropologica degli usi e costumi diviene iconografia di questo racconto: L’utilizzo del bianco e del nero è l’elemento che trasmettere maggiormente quel pathos e teatralità che i colori caldi e freddi non possono realizzare. Le mille sfumature di grigio che ne derivano sono la traccia di quelle voci, indistinte da Napoli fonte continua di vita e di morte, soprattutto per la questione storica in cui non si può scindere dal presente e dal futuro senza consapevolezza del passato. Bisogna conoscerlo ed accoglierlo per trasmetterlo alle future generazioni. Non vi è nessuna linea malinconica e ne retorica, sul buio nero si realizza con pennellate bianche e di luce la vita stessa, essa nasce, cresce e si avviluppa alla forma, ne prende corpo, le linee si muovono e il senso della vitalità si genera, creando questa lettura fotografica (che apprezzo) da più fruitori sottolineato.

Seppur in piena pandemia, appena sarà possibile, Tolosa porterà a termine le altre istallazioni per i quartieri di Napoli per il progetto NAfricapoli per creare una serie di percorsi turistici e cittadini. Altri progetti che sta preparando sono la realizzazione di 22 opere di misura mastodontica realizzate sul tetto di palazzo della città, ed ancora alcune opere della mostra di ottobre, che raccontano i calchi di Pompei, verranno installate lungo il cammino virtuale del MAV ad Ercolano.

Insomma, come si definisce lui stesso un Vulcano in piena eruzione che arriva ramificandosi fin dentro le viscere della città partenopea.

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