Largo della Carità.

Storia e curiosità  di  un luogo molto caro ai napoletani che ci ha accompagnato per diversi secoli della nostra storia assumendo varie e diverse  denominazioni: da  Largo Carità a  Largo Carlo Poerio,  a piazza  Costanzo Ciano per concludersi di nuovo con  piazza Carità e per poco si è stati vicini a chiamarla anche  Piazza Salvo D’Acquisto.

“La strada di Toledo(…) ha ottomila novecento palmi di lunghezza non è interamente retta (…) ne rompe la continuità una piazza dirimpetto al mercato di Monteoliveto che è detta della Carita”(Nobile).

Già nel Medioevo la zona  era conosciuta per  un famoso e fornito mercato alimentare. Antonio Parrino nel 1725 nella  Nuova guida de’ forestieri  la descrive così :

Si vede in essa quanto di abbondanza  in frutti e fiori ,che può desiderare il palato ritrova nel mondo anche contro stagione”

 

B) Largo Santa Maria della Carità raffigurato al N°23 della pianta di Alessandro Baratta 1629

ll  largo della Carità, cuore vitale della città,   era la sede di  un   brulicante e colorito mercato. Le sue voci  animavano  la piazza. Si vendeva  ogni genere di alimenti e si trattava ogni genere  affari. Affollamento e vociare  determinavano una gran confusione  aumentata anche dalla sosta selvaggia di  carri e calessi  che ingombravano la piazza, limitando la circolazione  perfino ai pedoni.  Nel XVI secolo dopo una  terribile pestilenza in quel luogo era stata  eretta una chiesa denominata    Santa Maria della Carità che ancora oggi esiste seppur nelle fattezze ottocentesche.

C) 389-Chiesa e conservatorio di Santa Maria della Carità, fondata per le povere donzelle; in oggi vi si ammettono le figliuole de’ comodi cittadini.1775 mappa del Duca di Noja – 103 il giardino del convento degli olivetani.

A causa dell’ eccesiva confusione e dell’ ingombro della pubblica via,   nel 1802 il mercato fu drasticamente ridimensionato per ordine del Regio Tribunale di Portolania. L’ordinanza vietava  la presenza di baracche nella piazza, come testimonia una lapide tuttora visibile alla sinistra della chiesa Madonna della Carità. Il mercato sarà poi trasferito   in una  nuova struttura costruita nel 1811. Si era incaricato  del progetto    Stefano Gasse,  uno fra i più apprezzati architetti dell’ epoca. Il nuovo mercato venne edificato  nel   giardino dell’ex-monastero degli Olivetani che confinava col largo.

E) Lapide del tribunale della Portolania

Testo dell’epigrafe della ordinanza affissa al  lato della chiesa.

“Di regal ordine fattesi demolire dal regio tribunale della portolania  le baracche di fabbrica esistenti in questo largo della carità, i padroni de ‘circonvicini edificj  son rimasti obbligati secondo la respettiva classificazione approvata dal re (D.G.) al peso dell’annuale compenso dovuto a proprietari di quelle. Ma fra gli articoli  contenuti nel regal dispaccio vi è il seguente: Dichiara che il Re che non debba mai più permettersi di  situare posti di venditori o galessieri in questa piazza volendo che la portolania vigili alla esecuzione di questo e ne conservi la memoria in  una lapide dove tutto ciò sia descritto, e la quale dovrà rimanere perpetuamente in detta piazza. Di Real ordine lo partecipo a cotesto tribunale della portolania, acciò ne disponga l’esatto adempimento.
                                                                                     Palazzo 30 giugno 1802- Giuseppe Zurlo

Quindi si è dovuto incidere in lapide tale sovrana determinazione, acciò niuno ardisca giammai di occupare in qualsivoglia  modo il presente pubblico largo sotto pena di ducati XXIV , restando altresì vietato in perpetuo ai medesimi regj portolani di accordarvi qualunque siasi concessione per quanto è ad essi cara la grazie del Re  N.S.
                                                                                                                     Napoli 12 Luglio 1802.
Il regio Tribunale della Portolania :
Marchese Fringnano  Portolano Duchino S. Valentino Duca Laurino Agostino Caravita Sirignano  Marchese Petroni Pasquale Franceschin


Chiesa di Santa Maria della Carità

I) Chiesa di Santa Maria alla Carità portale

La chiesa originale era stata   costruita nel 1526  “da una compagnia di pietosi uomini che intese a provvedere di medici e medicine poveri infermi” (Nobile). Vi era annessa una Farmacia. Successivamente il luogo di culto sarà anche trasformato  in  parrocchia dal 1567 al 1694. Dopo una cospicua donazione  di 3000  ducati da parte di Paola D’Acquaviva  alla  confraternita, la struttura sarà trasformata  in  un  “conservatorio per donzelle povere pericolanti”(Nobile).  “Per le Miserabili che portavano  qualche pericolo in casa dei parenti”(Celano). La pia opera fu dedicata  a Santa Maria della Carità e tutto il borgo circostante sarà così denominato. 

Paola Acqua Viva Dama napoletana  legò a quella confraternita 3000 scudi per l’erezione di un conservatorio a ciò vi si ricevessero  quelle donzelle vergini, che non avessero modo di maritarsi o monacarsi. e quelle donne che fossero in percolo di perder la vita per mano dei loro mariti, fratelli o altri ” (Sigismondo).

Trasformazione ottocentesca

Agli inizi del 1800 con il declino  del conservatoria,  la struttura è acquisita  dalla confraternita del Rosario che era precedentemente ospitata nel chiostro del vicino convento di Monteoliveto. I nuovi proprietari ristrutturarono totalmente la chiesa. Col trascorrere del tempo la conservatoria ormai in disuso  aveva perso il suo scopo originario.  Lentamente dismessa,  l’istituzione passò sotto la protezione reale. Da quel momento  saranno accolte solo vergini colle rispettive doti (1788). Durante il decennio Francese il conservatorio è definitivamente  soppresso . Nel  1823 con la restaurazione borbonica la chiesa fu affidata alla confraternita dei Bianchi del Rosario e prese anche il nome di “Giorgia” dal nome di un antica famiglia che l’aveva istituita.

“in tempo della sospensione monastica questo monastero venne lasciato, e il fabbricato fu alienato ed ora è la locanda dell’ allegria” (Francesco Ceva Grimaldi 1857)

Successivamente  nel secolo scorso l’antico convento  ha  ospitato  l’Hotel Universo, poi un commissariato di PS  ed infine  uffici regionali.

L) Chiesa di Santa Maria della Carità – Interno

I moti del 1848

Dopo i moti rivoluzionari del 1848  che sulle barricate di via Toledo  videro i  principali  scontri, Ferdinando II, nel rifacimento della strada , voleva  che nel largo della Carità fosse edificato  un monumento da dedicare alla Madonna della Pace in ricordo della  pacificazione riconquistata. Luigi Catalani ebbe l’ incaricato di  realizzare  il monumento. L’architetto  progettò  una imponente colonna corinzia sulla cui cima fosse posta una statua della Madonna.

Fu anche proposto di utilizzare una colonna “una di quelle che già sorressero  il nostro vetusto tempio del dio Mitra, e che ora sta seppellita in una cassa di fabbrica presso la porta minore a levante della chiesa di San Paolo Maggiore” (Nobile)

Durante la realizzazione del grande basamento su cui doveva poggiare l’imponente colonna ci si rese conto che la piazza  avendo  una forma triangolare  irregolare  non  avrebbe  fatto risaltare la grandezza del monumento. Per questa ragione i lavori furono interrotti e il progetto accantonato. La colonna che già era stata costruita fu sistemata nell’ attuale piazza dei Martiri.

D) Statua di Carlo Poerio via Roma


Il monumento a Carlo Poerio

Dopo l’ unificazione nazionale, a circa 30 anni dal progetto borbonico, sempre a ricordo di quel famoso maggio del 48 ma questa volta per celebrarne i rivoltosi, ivi fu collocato    un  monumento al patriota risorgimentale   Carlo Poerio.  Lo scultore  Tommaso Solari  realizzò l’opera . Nel  1877 dopo la posa del monumento  il toponimo della piazza cambiò in  “Largo Carlo Poerio”

F) 1939- Palazzo dell’ INA Ing, Marcello Canino

Il ventennio fascista 

Nel 1938 in occasione della visita di Hitler a Napoli per agevolare il passaggio del corteo delle auto che accompagnava il duce e il  fuhrer La statua fu rimossa e collocata in piazza San Pasquale a Chiaia dove è tuttora .

Contemporaneamente la piazza sarà  intitolata a Costanzo Ciano, ministro delle comunicazioni morto da poco.   Il ministro era padre di Galeazzo,  ministro degli esteri e genero del Duce che sarà  fucilato a Verona   nel 1944 per aver “sfiduciato” il Duce nella storica  seduta del gran consiglio nel  luglio 1943.

Durante il Il Ventennio  sia la piazza che tutte le zone circostanti subirono una grande trasformazione urbanistica “ il nuovo rione  Carità “.  Tutta la zona si arricchì di palazzi  di  notevole pregio architettonico e di  moderna concezione che si rifacevano  alle moderne correnti del novecento  : il “Razionalismo”, il “cubismo” il “metafisico” e al “neo classicismo”. Fra queste opere meritano menzione : il palazzo delle poste, della questura, della provincia, delle finanze, dell’ Unicredit. In questa occasione la piazza venne allargata   e venne abbattuto ciò che restava del vecchio mercato alimentare costruito dal Gasse  che era crollato sotto il peso della cenere dell’ eruzione del Vesuvio del 1906. 

G) Particolare Palazzo dell’INA

Il dopoguerra

Alla fine del secondo conflitto mondiale la piazza riprese l’antico toponimo di Piazza Carità che ha conservato fino ad oggi. Fu abbattuto un grosso pannello in cemento  in cui erano raffigurate tutte le colonie Italiane durante il fascismo.

Monumento a Salvo D’Acquisto

Nel 1971 al suo posto  sarà collocato un monumento a Salvo D’acquisto. Questo monumento di concezione moderna  completamente in metallo è opera della scultrice “espressionista” napoletana Lidia Cottone.  Verrà inaugurato in pompa magna dall’ allora capo del governo Emilio Colombo. Quest’ opera a differenza delle molte altre presenti in Città,  fra le quali i due gruppi bronzei di ”Alfa e Omega” nel nuovo cimitero di Poggioreale e il ”Podista e il Discobolo” esposti in piazza Quattro Giornate, non ha mai  ottenuto   il gradimento dei napoletani che a distanza di oltre 50 anni storcono ancora il naso quando l’incrociano. Con la posa del nuovo monumento si ipotizzò di cambiare la denominazione della piazza col nome dell’ eroico carabiniere ma la proposta non si concretizzò e rimase il vecchio toponimo.

H) Palazzo dell’ INA

Palazzo Mastelloni fra storia e curiosità

Al numero sei della piazza troviamo uno  splendido palazzo in stile barocco. Fra quelli della piazza  sicuramente è il più antico.  Si tratta del palazzo Mastellone o Mastelloni di cui si hanno notizie  già  dalla seconda metà del XVI secolo. La struttura  è presente nella mappa  Antoine Lafréry, del 1566.

Il palazzo era  abitato da più nobili famiglie; fra i primi proprietari  vi erano  i Mastelloni principi di Salsa Irpina. Nel 1732 i Mastelloni  rilevarono l’intero palazzo dopo un rovinoso terremoto; la struttura sarà  ristrutturata  in stile roccocò. L’esecuzione dei lavori  sarà affidata  all’ architetto Nicola Tagliacozzi Canale. L’architetto era uno dei massimi esponenti del barocco napoletano del tempo,  autore del vicino e spettacolare  palazzo Trabucco. Di notevole interesse architettonico è  la  scala ellittica aperta nel cortile e il monumentale ingresso sulla piazza. 

La repubblica partenopea

La storia di questo palazzo è  legata  anche alla repubblica Partenopea del 1799 in quanto era la residenza di Luisa Sanfelice . Quivi sarà  arrestata dalla restaurazione borbonica e condannata a morte La sua esecuzione sarà più volte rinviata a causa di una presunta gravidanza avvallata da medici napoletani . Ma inviata  ad un carcere di Palermo una commissione medica  ne accerto  il vero stato e l’11 settembre del 1800 sarà   decapitata come stabilito per le condanne capitali dei nobili in un affollata piazza Mercato.

N) Palazzo Mastelloni – la scala ellittica

Dalla bottega del caffè al caffè De Angelis

Nella affollatissima via Toledo all’ altezza del largo Carità ai numeri 69 e 70 come riportato nella guida del forestiero in Napoli del 1845 vi era il famoso caffè  di ” De Angelis”. All’ inizio  dell’Ottocento questo stesso  locale era gestito  da Vito Pinto. Aveva un’  insegna con la scritta di un più antico locale  “Bottega del Caffè” noto  per aver avuto   tra i suoi più illustri frequentatori Giacomo Leopardi, consumatore appassionato di sorbetti e gelati.  contro i Borbone; successivamente ospitò l’opposizione repubblicana ai Savoia.  Qui l’intraprendente pasticciere oltre al caffè  serviva uno squisito sorbetto con la crema pasticciera, degno della più alta tradizione pasticciera napoletana. Per questo e per altre delizie dolciarie i  Borbone insignirono  il pasticciere del titolo di Barone. Nel 1855 l’attività sarà  ceduta a ad Antonio De Angelis che la trasformerà  un caffè letterario che sarà frequentato dalla migliore nobiltà  e dal fior fiore degli intellettuali.

Ritrovo  di patrioti

 Si dice che anche la spedizione, poi fallita a Mentana, di Garibaldi per la conquista di Roma, nel 1867, sia stata organizzata al Caffè de Angelis. Fra gli assidui  frequentatori del caffè  vi era il grande giurista Giovanni Bovio. Era anche  luogo di ritrovo di illustri  repubblicani  e irredentisti fra cui Matteo Renato   Imbriani e   Guglielmo Oberdan. Inoltre il locale  era frequentata dall’ irrequieta gioventù   universitaria precursora delle contestazioni studentesche. Fra questi    gli studenti  calabresi, lucani pugliesi   che erano  apostrofati  con la colorita espressione “pacchisecche“, in ragione della loro magrezza e dell’usanza   di alimentarsi spesso  con frutta secca dei loro luoghi di origine . Successivamente agli inizi del XX secolo i locali del caffè divennero  una sala di proiezione cinematografica. 

Il cinema  “L’ Internazionale”

Agli inizi del “novecento” la novità del cinematografo aveva fatto breccia nella popolazione Napoletana; in pochi anni si aprirono numerose sale cinematografiche tanto che i giornali ne parlavano come di una “epidemia”. Fra queste sale nel 1906  fu inaugurata negli antichi  locali del caffè  una  nuova e moderna  sala  cinematografica  denominata ” Internazionale”. Durante l’inaugurazione ci furono  disordini. Dovette intervenire la polizia  per sedarli e  si pensò  addirittura di fare  allargare Piazza Carità per risolvere i problemi della viabilità. Dopo una breve euforia iniziale e la presenza  in città di altre 27 sale cinematografiche,  il “cinema Internazionale  chiuse ..

Prima sede dell’ associazione Calcio Napoli

Nel Palazzo Mastelloni vi era anche la sede sociale dell’ Internazionale Naples Foot-Ball Club del 1922, ridenominato  Associazione Calcio Napoli  nell’ agosto del 1926.

 

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1931-largo Carlo  Poerio da Wikimedia .jpg (Autore sconosciuto – Foto di Pubblico dominio)

La sospetta morte di Heinric Schliemann

Il giorno di Natale  del 1890 in una Napoli in fermento nell’ affollato largo della Carità si accascia privo di sensi un misterioso individuo vestito in modo dimesso . Il giorno successivo  su un quotidiano napoletano si legge:

“Sconosciuto colpito da improvviso malore sulla pubblica via. “Lo sventurato è prontamente soccorso e trasportato all’ ospedale di Pellegrini  ma non riusciva a comunicare. Si trattava  di  Heinrich Schliemann     il famoso e discusso archeologo scopritore di Troia. “Male lingue” dicono che pare stesse trattando col direttore del Museo Archeologico per la vendita di preziosi reperti di contrabbando avuti da tombaroli . L’identificazione fu possibile solo grazie all’ intervento di un medico il cui biglietto da visita  era stato ritrovato nelle tasche dello sventurato. Il giorno successivo lo Schliemann  moriva e sulla sua repentina morte   sono stati avanzati numerosi sospetti. Il famoso archeologo veniva spesso e volentieri  a Napoli dove  collaborava anche agli scavi di Pompei. Nei sui scritti si legge :

Ma quantunque mi sia dispiacevole qui per molti aspetti, io parto da Napoli con rincrescimento e rammarico, giacché molto mi piace qui la vita e l’attività che regna nelle strade.”

In memoria di Schliemann,  considerato un eroe in patria,  sarà  posta dal governo tedesco, nei pressi del luogo della sua morte, una lapide. Durante il ventennio fascista per lavori di riqualificazione urbana sarà    ricollocata  nella villa comunale nei pressi dell’ acquario .

La Germania dedica questa lapide
alla memoria imperitura di uno 
dei suoi figli più illustri
Heinrich Schliemann
Il quale riportando alla luce
le vestigia di Troia, di Micene e Tirinto
ha ridato al  mondo la conoscenza 
della cultura omerica

Bibliografia

 

Francesco Ceva Grimaldi Della città di Napoli dal tempo  della sua fondazione sino al presente 1857

Giuseppe Sigismondo  Descrizione delle città di Napoli e suoi borghi  vol II  1787

Francesco Divenuto Napoli sacra del XVI secolo  ESI  1990

Gaetano Nobile Un Mese a Napoli descrizione della città di Napoli  vol.I 1863

Gino Doria Le strade  di Napoli Ricciardi Editori 1982

Franco  de Arcangelis Napoli per vie – Ed. la tipografia srl 1988

Orlando Catalano Le strade raccontano – ed.Eli 2014

Alessandro Baratta Pianta di Napoli e i suoi contorni 1629 – BNF 

 
Giovanni Carafa, Duca di Noja Mappa topografica della citta di Napoli e de’ suoi contorni 1775
 

Romualdo Marrone Le strade di Napoli Newton Periodici Srl 1991

AA. VV. Napoli Sacra  x itinerario – Elio De Rosa Editore 1995

Carlo Celano Notizie dell’ antico e del curioso della città di Napoli -Ed. dell’  Anticaglia

Oreste Albanese Epigrafia Napoletana -Rogiosi Editore  2015

Il Magistrato Municipale Manuale del forestiero in Napoli 1845– riedizione Intramoenia 1994

Antonio Parrino Nuova guida dei forestieri 1795 -Copia anastatica

Filiberto Passananti  I caffè storici di Napoli-Newton Compton Editori-1995

Angelo Forgione –BLOG

 

Riferimenti fotografici :

A(Copertina)-E-G-H-I-L-N  (Dall’ archivio fotografico dell’ autore)

Internet D-F pubblico dominio D (BNF) C(Bibliotheca Hertziana)

 

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