Cosa succederebbe se la società umana dovesse affidarsi completamente ad individui dotati di super poteri per garantire la sua protezione, e finisse per ritrovarsi in una situazione pericolosa provocata da loro, in grado di distruggere il mondo in cui viviamo?

A questa e ad altre domande, basate sul mondo reale, il duo artistico Mark Waid & Alex Ross ha tentato, in maniera esaustiva, di dare una risposta, attraverso la miniserie Elseworlds Kingdom Come.

Ambientata dieci anni dopo il ritiro dei super eroi Dc, vede Superman e Wonder Woman – da tempo esiliata dal suo popolo per non essere stata in grado di portare a termine la sua missione di pace universale – riunire di nuovo i membri della Justice League per neutralizzare la nuova generazione di eroi – capace di rispondere alle minacce solo con l’uso della forza e della violenza, senza preoccuparsi delle “vittime innocenti” delle loro azioni,  viste solo come “danni collaterali”- dopo un’incidente che ha causato la morte di numerose persone.

Ma la scelta di usare “gli stessi metodi” dei loro “sostituti” – oltre alla decisione di incarcerarli in un’apposita struttura – finirà per portare all’estremo una situazione già esplosiva, spingendo Batman e gli atri eroi rimasti in disparte a dover agire per evitare un’apocalisse senza ritorno, che culminerà nel lancio di tre testate nucleari contro la prigione da parte del consiglio di sicurezza dell’Onu, che considera ormai lo sterminio dei metaumani come unica soluzione applicabile.

Sarà solo con la morte di gran parte dei suoi alleati e il coraggioso sacrificio di Capitan Marvel – che ha intercettato l’unica bomba sfuggita a Batman e a Wonder Woman – che Superman comprenderà gli errori fatti, e deciderà di riprendere ad essere un esempio per gli altri, e non il nemico di quell’umanità che lo ha accolto quando il suo pianeta natale, Kripton, è stato distrutto.

Un vero capolavoro.

 

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