L’esistenza di Dio. Un dubbio che ha attraversato il tempo e la storia, spingendo sia credenti che atei a cercare una risposta a tale domanda, soprattutto al suo silenzio quando grandi e tragici avvenimenti hanno colpito l’Umanità che, in quei momenti, invocava il suo nome e il suo aiuto. Diversi artisti hanno esplorato il cosiddetto “Silenzio di Dio”; tra loro, il figlio di un pastore protestante che molto spesso si è interrogato su ciò che sarà dell’uomo dopo la sua dipartita da questo mondo: Ingmar Bergman che, nel film del 1957 il Settimo Sigillo, adatta l’opera teatrale Pitture sul Legno da lui stesso scritta due anni prima.

Il cavaliere Antonius Block, dopo aver partecipato alla Crociata in Terra Santa, si prepara a far ritorno al suo feudo; mentre attende, sulle rive del mare il risveglio del suo scudiero per iniziare il viaggio in una sequenza iniziale esemplare, densissima e stratificata, fusa alle meravigliose note di Erik Nordgren che riecheggiano i Carmina Burana di Orff, in un bianco e nero nitido e scintillante, colmo di suggestioni pittoriche, incontra la Morte, che gli presagisce la sua fine mentre giocano una partita a scacchi.

Iniziato finalmente il viaggio, Block ormai consumato dai dubbi sulle azioni commesse in Terra Santa, assiste impotente al male causato dalla Peste, domandandosi se ciò non sia in realtà la punizione per la presunzione dell’uomo; nel proseguire il cammino lui e Jons, il suo scudiero, finiscono per incontrare individui pronti a espiare con dure punizioni i propri peccati o a godere senza freni degli ultimi istanti. Solo dopo aver incontrato una famiglia di saltimbanchi, che sembrano non accorgersi della tragedia che li circonda, uniti dall’amore e dal rispetto reciproco, Antonius Block riuscirà ad uscire dallo stato di depressione che lo tormenta e, ritornato al suo castello, affrontare la fine da uomo.

 

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