L’Università di Buffalo, ha divulgato una sensazionale scoperta fatta di recente: si tratta di un frammento osseo, ritrovato nel sud-est dell’Alaska, che potrebbe essere una delle più antiche testimonianze della presenza di cani domestici nel Nord America.

Tale frammento, della zona del femore, ha subito il sequenziamento del DNA, dopo essere stato recuperato da una raccolta di centinaia di ossa scavate anni prima, e che sembra dimostrare l’esistenza di un percorso intrapreso da un primo gruppo di persone, che fu in grado di attraversare l’Eurasia verso il Nord America.

Ma, solo confrontando il genoma mitocondriale con quello di altri cani sia antichi che moderni, è emersa una condivisione con un antenato comune in un periodo di sedicimila anni fa a canidi americani vissuti prima dell’inizio della colonizzazione europea.

In pratica, è esistita una stirpe con una storia evolutiva divergente da quella dei cani siberiani già sedicimila settecento anni fa, e il frammento osseo, trovato dagli scienziati, apparteneva a un esemplare vissuto circa diecimila e centocinquanta anni fa.

In passato, la zona a sud-est dell’Alaska potrebbe essere servita come un possibile punto di sosta privo di ghiaccio, permettendo una migrazione umana precoce attraverso la regione tramite una rotta costiera, dimostrando l’esistenza di un luogo per l’ingresso nelle Americhe per una rotta costiera dal Pacifico nord-occidentale, quando era ancora praticabile circa tredicimila anni fa.

 

Fonte articolo: University of Buffalo & Royal Society Publishing

Fonte foto: cerebrodigital

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