La frittura fa parte della tradizione italiana, in tutte le regioni, e rende amatissime e popolari anche verdure e piccoli ortaggi, non sempre graditi a tutti, in quanto viene considerato trasgressivo: buono sì, ma poco sano. Per limitarne i difetti ed esaltarne i pregi deve essere fatta nel modo migliore: con parte grassa, a partire dall’olio. E contano molto anche i tempi di cottura e le quantità in cui si consuma.

Anche se in passato veniva accusato dagli amanti della buona cucina di essere troppo pesante, il più adatto è quello extravergine di oliva. Rispetto a quelli di semi, infatti, è quello che possiede la migliore resistenza alle alte temperature, ovvero quello che, come si dice con termine tecnico, ha il punto di fumo più alto. Da evitare quelli vegetali, lo strutto e il burro che va usato raramente e solo se chiarificato, quindi alleggerito della parte grassa.

Non bisogna sbagliare pensando sia meglio friggere a lungo e a basse temperature. È vero che non deve essere troppo alta perché l’alimento rimarrebbe crudo all’interno e si svilupperebbero sostanze tossiche. Non deve, però, essere troppo bassa perché i cibi tendono ad impregnarsi troppo e ad attaccarsi fra loro. La temperatura deve invece andare dai 150° consigliati per patatine e verdure, fino a 180° per piccoli pesci infarinati.

Si possono verificare con gli appositi termometri da cucina o con il metodo più empirico del pezzetto di pane buttato nell’olio bollente: deve diventare croccante e dorato, non troppo scuro. Se è quella giusta e la cottura piuttosto veloce, risulta più digeribile e meno calorico.

Fonte articolo & foto: https://casabenessere.wordpress.com/2013/04/05/come-fare-una-frittura-sana, pixabay.com, 05 aprile 2013

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