I fiori e le piante possono raccontare leggende e storie antiche. Non sono solo utilizzabili come ornamento e alla base della cucina e della medicina, ma già con i loro colori e i loro profumi possono inebriarci la mente e portarci a rilassare. Immaginando un orto botanico e o il proprio terrazzino di casa, che diviene un’oasi di tranquillità e quiete dell’anima e dello spirito, fantasticando pensiamo che i fiori e le piante incomincino a raccontare le leggende legate alla loro nome o alla loro nascita.
Eccoci seduti sulla sdraio mentre il sole fa capolino tra un vaso con dentro un rametto azzurrognolo e violaceo di Lavanda. Il nome deriva dalla fata Lavandula di Lure, che doveva cercarsi un luogo dove andare a passare le vacanze, quando si imbatté in un libro antico e vide varie terre della Francia. Girando le pagine, piccoli boccoli biondi della sua capigliatura le coprivano i suoi occhi blu, ma improvvisamente tra le pagine vide le terre povere e incolte della Provenza. Rimase così dispiaciuta da quella triste e desolata zona che pianse e così lacrime color lavanda coprirono quell’immagine, e la Provenza a sua volta divenne ricca di questi fiori che presero il nome della fata. Tant’è che la popolazione contadina incominciarono a metterlo alle porte e finestre di casa per allontanare le fattucchiere così come nel mondo greco era dedicata ad Ecate la Dea lunare protettrice dei maghi.
Poco dopo, una folata di vento porta il profumo di menta, nonché la sua leggenda. Mintha, figlia del fiume infernale Cocito fu l’amante di Ade fin quando questi si innamorò di Persefone, ma solo dopo il dardo di Eros inviato da Venere. Così quando provò ad uccidere la regina degli inferi Persefone, colta dall’ira smembrò la ninfa e la trasformò in una pianticella insignificante, così da passare inosservata a chiunque. La madre di Persefone, Demetra, la punì a sua volta non facendo crescere frutti alla piantina. Ade, vista la tanta rabbia e crudeltà, mosso dalla compassione, le concesse di diventare profumata (mintha appunto ‘dal buon odore’) e crebbe sul fiume Cocito per alleviare il dolore delle anime vaganti.
Per non parlare del rosmarino, e di Apollo che innamorato di Leucotoe, principessa di Babilonia che era chiusa in una torre per un vaticinio di Venere, si trasformò per possederla. Il dio del sole mutato nella madre della principessa, riuscì a sedurla. Clizia, a sua volta innamorata e corrisposta da Apollo, lo seppe e la seppelliva via. Il dio corse alla tomba dell’amata e incominciò a irradiarla di luce, tanto da far dei fiori azzurro-viola, appunto del rosmarino. Una piantina che va verso il cielo indicando l’anima libera ed eterna dell’amata e dalle radici forti e profonde, rimanendo legata alla terra. Infatti dall’antica Grecia veniva usata per le tombe e come pianta per gli incensi.
Sulla terrazza poco vicino un cactus classico con ‘due bracci’ che disperati ma innamorati cantano la loro storia d’amore. La figlia del capo tribù indiano Pasacana, era innamorata di Quehualliu, seppur promessa ad un altro. I due scapparono ma furono inseguiti dai cacciatori, oramai sfiniti chiesero aiuto alla Madre Terra Pachamama, che aperto un buco nella roccia li nascose. Ma i perseguitatori li trovarono e prima di stanarli la dea li trasformò nel cactus, abbracciati e dipendenti l’uno dall’altro e soprattutto pieni di spine così da non essere strappati via e sopravvivere al deserto.
Ma chi rende il concetto di estate sono i girasoli nel vaso accanto alla sdraio. Grandi e gialli-arancio. La ninfa Clizia innamorata del dio Apollo quando questi correva col suo carro, ogni volta che passava restava a guardarlo per ore ed ore, e ne fu ricambiata dalla divinità. Gli sguardi d’amore furono tanti e per tanto tempo, fin quando stanco e per un’altra donna, l’abbandonò. Lei per nove giorni pianse e rimase in piedi e attaccata alla terra a guardarlo intensamente, fissandolo ogni ora di ogni giorno, girandosi dove lui si spostava. Così i suoi piedi si radicano profondi nella terra e il corpo si irrigidì trasformandosi nel fiore.
Storie e leggende profumate di antico ma piene di vitalità come i colori di questi fiori e di queste piante, che accompagnano l’estate di tutti e… forse fermeranno le cesoie di qualcun altro.